Scurelle è un paese del Trentino di appena 1400 abitanti, che sorge ai piedi del Lagorai, ma la cui tradizione cristiana è ben radicata nel territorio, tanto che in occasione della realizzazione del presepe tutta la popolazione partecipa attivamente. Chi con la manodopera, chi con donazioni anche in oggetti e vestiti del passato per addobbare le statue dei 23 personaggi che compongono il presepe, che per il periodo di capodanno potrà essere visitato a Pizza San Pietro, dove è stato montato all’inizio di Dicembre e dove rimarrà fino al 12 gennaio 2020. Papa Francesco ha annunciato una sua visita al presepe di Scurelle, dopo la celebrazione dei Vespri e del Te Deum di ringraziamento in Basilica Vaticana, la sera del 31 dicembre.
Si tratta di
un presepe di forte identità territoriale e montana, composto da 23
statue in legno
e a grandezza naturale, i cui volti furono realizzati dal noto
scultore trentino Felix Deflorian (venuto a mancare nel 2008) con
l’aiuto dei figli Maria Rosa e Tiziano. Le mani sono invece state
scolpite da Ivo Tomaselli, guida attuale del “Comitato Amici del
Presepio e recupero tradizioni locali Scurelle” e promotore di
quest’iniziativa, che mobilita l’intero paese e occupa
stabilmente oltre 70 volontari.
Il centro del presepe
è ovviamente la Sacra Famiglia, con il bue e l’asinello, sopra la
quale si trovano appese le pannocchie messe ad essiccare ad una
porzione di trave originale a cui venivano legate le vacche durante
l’alpeggio. Le figure hanno un’espressività toccante a cui il
pellegrino in visita non potrà rimanere indifferente, in particolare
il Bambin Gesù, scoperto il giorno di Natale. A vegliare sulla Sacra
Famiglia si trova un Angelo, con in mano una pergamena a foglie
d’oro, decorata e intitolata all’amore divino.
Il contorno ha il gusto della montagna, tra personaggi e oggetti che rappresentano la vita e i mestieri della zona Valsugana all’inizio del ‘900. La stessa stella della Natività è stata realizzata in legno di larice e pietre provenienti proprio dalla catena montuosa del Lagorai, che attraversa la Valsugana. Affianco la stalla, si trova un’abitazione tipica dei monti trentini (la casèra), con tanto di legna impilata, focolare e utensili provenienti da cucine dell’epoca. Grano e polenta, tipici cibi di allora dei pastori, sono presenti insieme ad acqua, latte e lana di pecora. Attorno, alcuni pastori accompagnano pecore e caprette, un boscaiolo trascina una slitta carica di legno, mentre una mamma porta il suo figliolo verso il Cristo appena nato, mentre altre donne si occupano di cucina (e ovviamente della polenta, tipica della zona) e non possono certo mancare i Re Magi, addobbati con tessuti d’Oriente. Gli animali, sono tutti impagliati, per rendere la scena ancora più verosimile, ma nessuno di loro è stato soppresso appositamente per la realizzazione del presepe. Una figura tipica del Lagorai, il cròmaro, è raffigurato in viaggio con la valigia piena di stampe religiose, pietre focaie e sementi, che porta con sé per venderle in tutta Europa. Il presepe è inoltre circondato da alcuni tronchi, che la furia del vento di fine ottobre 2018 spezzò e sradicò, causando numerosi danni alla zona; scelti come simbolo della forza e della volontà di rialzarsi della popolazione locale, che non dimentica la terribile tempesta che colpì i boschi del Triveneto.
Il presepe di Scurelle si tratta di un’opera davvero popolare, intrisa di tradizione locale e cristiana, che ormai da 20 anni mette in mostra la vita semplice e la grande solidarietà della gente montana. Un monito quindi a tutti i pellegrini che avranno la fortuna di visitarlo in Piazza San Pietro.