Grazie all’insistenza della Cei, si è riuscito a trovare un accordo con il governo per riaprire la messa ai fedeli. Con il protocollo firmato il 7 maggio a Palazzo Chigi (e sottoscritto dal cardinale Gualtiero Bassetti), si autorizza la riaperture delle chiese per la celebrazione delle funzioni religiose, ovviamente con rigidi protocolli da seguire, per la sicurezza della salute pubblica. Entrando in vigore il 18 maggio, la prima messa domenicale a cui si potrà partecipare è quella del 24. La Conferenza episcopale italiana ha puntato “a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale”.
Compito del parroco, al fine di garantire “il rispetto della normativa sul distanziamento delle persone”, sarà quello di individuare “la massima capienza dell’edificio”, non ci sarà quindi un numero massimo come invece avviene per i funerali. In ogni caso, tra i fedeli dovranno esserci una distanza di “almeno un metro frontale e laterale”. All’ingresso, volontari con mascherine e guanti, controlleranno che il numero stabilito di partecipanti alla celebrazione sia rispettato, parimenti alle distanze di sicurezza. Si dovrà dispensare gel igienizzante all’ingresso, e permane l’obbligo di indossare la mascherina. Per favorire la partecipazione dei disabili, ci saranno posti a loro dedicati.
È bene ricordare che l’ingresso sarà categoricamente vietato a chi ha sintomi influenzali, o temperatura superiore a 37 gradi, e alle persone che sono state a contatto con i malati di Covid-19 nei giorni precedenti.
I locali andranno costantemente sanificati e areati. Il segno della pace sarà omesso, per evitare contatti, così come la presenza dei sussidi e dei libretti, mentre il sacerdote è tenuto a indossare la mascherina e igienizzarsi le mani prima di impartire la Comunione. Dove possibile la celebrazione dovrebbe avvenire all’aperto, e per quanto riguarda le offerte non saranno raccolte durante la funzione, ma saranno disposti appositi contenitori nel luogo più appropriato. In questa fase è permessa la presenza dell’organista ma non quella del coro, mentre si chiede di “ridurre al minimo la presenza dei concelebranti e dei ministri di culto”. Le confessioni saranno eseguite con la mascherina ed “in luoghi ampi e areati che consentano il distanziamento” ma in grado di garantire anche la necessaria riservatezza.
La riapertura delle messe è un argomento molto discusso e che non trova tutti concordi, ma il governo afferma di aver lavorato fin dal principio tanto con la Cei, quanto con altre confessioni religiose, per assicurare una ripresa delle celebrazioni sacre nella maniera più sicura possibile, e permettere alle persone di rimanere in contatto con il cammino spirituale scelto, e trovare in esso la forza per affrontare il duro periodo che ancora è ben lungi dal finire. È questo sarà possibile solo continuando a non abbassare la guardia verso l’emergenza sanitaria mondiale in atto.