L’ascesa al Cielo di Gesù, secondo la tradizione Cristiana, avviene quaranta giorni dopo la Pasqua. E’ riconosciuta come “Ascensione” e cade di giovedì. In Italia non è riconosciuta come festa, per questo la chiesa ricorda questa ricorrenza la domenica successiva.
Oggi vogliamo raccontare alcune particolarità dell’Ascensione che accadono in Cilento.
Nel significato Cristiano l’Ascensione ricorda la salita al cielo di Gesù dopo la Resurrezione; quindi è un momento di “distacco” o “dello svezzamento” dalla madre terra, quindi il conseguente arrivo nel Regno dei Cieli. Da questo concetto nasce l’usanza di donare il latte, infatti la distribuzione consisteva in un vero e proprio rituale propizio. Questo perché si voleva mettere sotto protezione divina bestiame e raccolto.
Questa ricorrenza avviene in primavera, quando i campi sono pronti e maturi per rendere i propri frutti alla stagione successiva e nel Cilento sono il grano e i fichi. I cilentani poi sono un popolo molto generoso, infatti il latte viene spesso destinato a persone meno fortunate per consentire loro di sfamare le proprie creature. In tutto questo si evince il profondo legame che abbraccia religiosità popolare e tradizione popolare tipiche di questa terra.
Un latte propiziatorio:
I contadini, in occasione dell’ascesa al cielo di Gesù, prendevano il latte del loro bestiame, in particolar modi di mucche e capre, e non lo destinavano alla vendita, neppure alla produzione di formaggi. Lo distribuivano ai passanti in segno di buon auspicio e questa cosa, in alcuni luoghi del Cilento, accade ancora. In passato, tra le strade campestri erano molto frequenti scene di mungitura e distribuzione del latte da parte dei contadini in occasione della giornata dell’Ascensione.
I bambini per l’occasione raggiungevano i ricoveri delle greggi dove i pastori riempivano i loro secchi, qui il latte si beveva fresco.
Ancora oggi questo rituale viene definito come “latte dell’Ascensione” e può essere usati anche per la preparazione di pasta da consumare insieme alla propria famiglia. I “tagliolini nel latte” ancora oggi vengono serviti in tutto il territorio e diventa così un piatto tipico, soprattutto nelle zone che un tempo avevano una forte tradizione pastorizia.