Il 2 febbraio è caduto il cinquantenario del Documento di base “Il rinnovamento della Catechesi” pubblicato il 1970 e riconsegnato con una Lettera dell’Episcopato italiano nel 1988. Il testo servì a stabilire l’itinerario catechistico della chiesa italiana, ed ancora oggi è un punto di riferimento autorevole, dovuto in buona parte alla volontà del Concilio Vaticano II.
Il convegno che si tenne a Roma nel 1988, vide la presenza di oltre tremila catechisti, come rappresentanti di numerose chiese locali, che si videro consegnare il testo pubblicato nel 1970, Il Rinnovamento della Catechesi, stabilito come documento di base. La scheda di riferimento per il convegno aveva il titolo di “Catechisti per una Chiesa missionaria”, che chiariva subito il messaggio poi riassunto in: “quanto sono belli i piedi di coloro che annunciano il bene”. A diciotto anni dal promulgamento del Documento di base, se ne riaffermava così la validità (con una lettera di accompagnamento), nonostante il cambio dei tempi. Se la fede si trovava ad affrontare nuove situazioni e dover rispondere a nuove domande, questo non intaccava la validità del principio fondamentale u cui si regge il Documento, ovvero la fedeltà al Concilio, che da sempre si adopera per trovare la via migliore per integrare fede e vita quotidiana con la catechesi della Chiesa.
Tra
i fondamentali punti di riferimento per il progetto catechistico
italiano troviamo:
– la
catechesi promuove itinerari per una crescita permanente del
cristiano, dall’infanzia all’età adulta, avendo come fine
l’acquisizione di una mentalità di fede;
– la comunità di
fede, di culto e di carità è soggetto e ambiente vitale della
catechesi;
– la fedeltà a Dio e la fedeltà all’uomo, in un
unico atteggiamento d’amore, è legge fondamentale del metodo
catechistico;
– la Chiesa affida la catechesi a catechisti da
essa stessa “mandati”, formati come maestri, educatori e
testimoni della verità e capaci di trasmetterla integralmente e
fedelmente all’uomo del nostro tempo.
Nell’occasione del cinquantenario, si è ribadita ancora una volta l’importanza del Documento di base, ma ammettendo l’esigenza di “scelte pastorali ed itinerari formativi nuovi”, come ha dichiarato il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI. In una spinta che porti la Chiesa verso il futuro, trova quindi posto l’idea per una catechesi che non deve perdere la sua solida base, perché il “ testo recepisce la novità e la bellezza del Cristo incarnato, morto e risorto, che dà origine a una comunità, la Chiesa, ma anche il grande contributo delle scienze umane”, come dichiarato da Mons. Valentino Bulgarelli, Direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, che però cita anche Papa Francesco nell’affermare che sia necessario proporre “nuovamente la bellezza di una Chiesa che deve essere capace di dar vita a una proposta attraente”.
Si è quindi confermata la grande importanza del Documento di base, che ha portato la catechesi ad entrare a far parte della tradizione, ed a tramandare i più importanti aspetti della fede, che non devono certo essere dimenticati. Un testo che ancora oggi è ritenuto fondamentale e da cui prendere spunto per educare i fedeli ad integrare la fede nella vita quotidiana, ed a valorizzare le Sacre Scritture, la Tradizione viva e la bellezza della liturgia. Per questo il Cardinale Bassetti ha concluso la sua introduzione rivolgendo un sentito grazie alle migliaia di catechisti che svolgono questo ruolo essenziale per la Chiesa, e che viene sempre svolto con passione e fede.