Ogni 27 febbraio la Chiesa festeggia San Gabriele dell’Addolorata, nato ad Assisi nel 1938 col nome di Francesco Possenti. Orfano di madre da piccolissimo, il padre era un funzionario dello Stato Pontificio e per lui sognava una vita agiata, ma a 18 anni Francesco scelse di diventare religioso tra i Passionisti, entrando nel noviziato di Morrovalle a Macerata. Iniziò il suo cammino verso la consacrazione a Loreto, per poi continuare nel 1859 a Isola del Gran Sasso. Purtroppo dopo soli anni morì a causa della tubercolosi.
Ma chi era questo ragazzo così giovane e devoto?
Bello, vivace, intelligente, arguto ed elegante, eccelle a scuola come nelle compagnie di coetanei, un bravo ballerino, e non scendeva mai a compromessi morali. Questa è la “bellezza” di Gabriele: la “normalità”.
Nella sua vita non ha fatto in tempo a diventare sacerdote. Non ha fatto in tempo a fare nulla di quello che egli ritenne importante nella vita. Eppure diversi anni dopo, sulla sua tomba incustodita, fioriscono i miracoli, dando inizio ad una “marcia trionfale”: dichiarato Beato nel 1908, Santo nel 1920, Patrono dei giovavi di Azione Cattolica nel 1926, e Patrono degli Abruzzesi nel 1959.
Questo giovane Santo ha diverse somiglianze con San Francesco d’Assisi.
San Gabriele è nato in Assisi, battezzato nello stesso fonte di san Francesco, dal quale ha preso il nome di battesimo. Ha vissuto 18 anni in Umbria tra Assisi e Spoleto e l’Umbria è come imbevuta di francescanesimo. Come san Francesco ama la natura, i poveri, i semplici. Pur venendo da una famiglia benestante da religioso cerca la semplicità e povertà nella sua vita.
San Gabriele è patrono della regione Abruzzo, e anche protettore della Gioventù Cattolica italiana.
Questo titolo gli è stato conferito da Pio IX nel 1926 e il motivo principale lo troviamo nella popolarità in Italia di San Gabriele, da poco canonizzato. Forse ci fu anche una spinta politica. Contro Mussolini che voleva cancellare tutte le associazioni cattoliche, papa Pio XI lottò per salvare e rafforzare l’Azione Cattolica, un’associazione presente allora in tutte le parrocchie. Per questo, in occasione della revisione dello statuto di quell’associazione, fece includere san Gabriele dell’Addolorata ormai popolarissimo, come Compatrono, insieme a san Luigi Gonzaga.