Al santuario di Montevergine rubano i gioielli della Madonna

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Rocambolesco furto al Santuario di Montevergine di Avellino, rubati i gioielli della Madonna.

I monaci benedettini dell‘Abbazia in tarda mattinata si sono accorti del furto quando hanno scoperto un buco sulla base del piano di appoggio di un’antica teca muraria.

Nel museo Abbaziale del Santuario di Montevergine sono stati sottratti antichi  gioielli donati alla fine dell’800 alla Madonna di Montevergine.

Dalle indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Avellino non è ancora chiara la dinamica del furto. Si sta cercando di quantificare il bottino.

Secondo i primi accertamenti riportati dalla scientifica dell’Arma sarebbero state rubate diverse parure in oro massiccio e pietre preziose, frutto di donazioni da parte di fedeli, conservate all’interno di una teca murale a cui è stato operato un foro  sul piano d’appoggio.

Per il momento non trapelano altre notizie sulle modalità con cui i ladri abbiano potuto introdursi nel museo inosservati e dopo il furto siano potuti scappare senza essere stati notati da nessuno. Senza dubbio il Santuario di Montevergine di Avellino è uno dei luoghi di culto e di preghiera più famosi del Sud Italia.

La madonna del santuario di Montevergine

I gioielli della Madonna di Montevergine erano custoditi nel museo del Santuario dal 1960 e finora mai nessuno aveva tentato di sottrarli.

In queste ore si sta cercando di quantificare il valore complessivo del furto che dovrebbe  ammontare a approssimativamente a cinquanta mila euro mentre incalcolabile è il valore affettivo e storico. Le indagini si sono avviate immediatamente visionando i sistemi di videosorveglianza che coprono tutta la superficie del santuario.

Tuttavia l’opera d’investigazione è resa ancor più difficile da fatto che in questi giorni il santuario è stato ed è oggetto di visita da parte di migliaia di pellegrini giunti per la mostra permanente di presepi da tutto il mondo in occasione delle festività natalizie.

Sicuramente il gesto sacrilego ha preso di sorpresa i monaci  che hanno visto depredata la Madre di Gesù dei suoi gioielli,  ovvero “lacrime di chi s’inginocchia a pregare”, oggetti donati dai fedeli o anche ex voto per avere scampato un pericolo o ricevuto una grazia.

Sotto gli occhi della Madonna di Montevergine, che  per tradizione e per leggenda, “tutto perdona”. Difatti la Madonna è al centro di uno dei più singolari e antichi culti del Meridione. Chiamata anche con l’appellativo di “Schiavona”, la leggenda popolare ruota attorno al quadro, che mostra una Madonna di carnagione scura. Secondo la tradizione popolare, le Madonne sorelle erano sei bianche ed una nera, la Madonna di Montevergine, di qui il soprannome di Schiavona, ovvero straniera.

La Madonna di Montevergine è conosciuta anche per essere la protettrice della comunità gay. Una vicenda che ci riporta al 1256  quando due ragazzini furono scoperti a baciarsi e ad amarsi. Tutta la comunità, sentendosi disonorata, insorse allontanando dal paese i due innamorati che furono barbaramente legati ad un albero e lasciati lì a morire.

Si narra che la Vergine impietosita dalla loro vicenda e dal loro amore li slegò dalla prigionia lasciando la giovane coppia  libera di vivere nella comunità che dovette accettarli suo malgrado.

Da quel giorno ogni anno il 2 febbraio nel giorno della Candelora la Madonna “nera” assiste alla “juta dei femminielli” e la comunità saluta la Vergine con balli e canti.

https://www.vaticano.com/turismo/scheda_1031_santuario-di-santa-maria-di-montevergine-mercogliano.html

Autore: Franco Collodet

Sociologo e scrittore. Studi specialistici in Scienze Storico-Antropologiche delle Religioni. Master presso la Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa di Rimini. Esperto dei cammini religiosi in Europa e in Medio Oriente.