Il Giovedì Santo è la ricorrenza in cui si chiude ufficialmente la quaresima, iniziata dal Mercoledì delle Ceneri circa un mese prima. Questo giorno particolare fa anche parte della Settimana Santa, iniziata con la Domenica delle Palme e che termina con la Pasqua. Ha anche la particolarità di essere un giorno quaresimale solo per metà, poiché il periodo della quaresima termina di fatto con la messa serale. Essendo una festa mobile, legata alle celebrazioni pasquali, ogni anno viene celebrato in un giorno diverso: nel 2019, il Giovedì Santo cade nel giorno del 18 aprile.
In quanto giorno di transizione che termina un sacro periodo (quello della quaresima, come già detto) e allo stesso tempo prepara all’arrivo della Pasqua, il Giovedì Santo si rivela un momento fondamentale della Settimana Santa, pieno di un profondo significato spirituale. In questa giornata si tiene la Messa del Crisma, durante la quale il sacerdote officiante provvede a benedire gli oli che si andranno ad usare durante il successivo anno liturgico, mentre la Chiesa si riunisce attorno al Vescovo. Un importante rituale è quello della lavanda dei piedi, un chiaro simbolo di umiltà e amore verso gli altri, che emula quello che Gesù fece, mostrandosi servo dei suoi discepoli. Anche il papa compie questo rituale, spesso verso persone che rappresentano proprio quell’umanità bisognosa d’aiuto. Ad esempio, lo scorso anno si è recato al carcere romano di Regina Coeli, per compiere il rito della lavanda dei piedi per 12 detenuti di diversa nazionalità, cultura e fede. Viene poi celebrata l’istituzione dell’Eucarestia con la Messa della Cena del Signore.
Il Mandatum o Lavanda dei piedi è di certo uno dei momenti principali della liturgia della Parola del Giovedì Santo, che non solo viene raccontata leggendo il Vangelo di Giovanni (13,1-15) ma messa in opera dal sacerdote officiante. Il Vangelo stesso ci ricorda l’importanza di questo momento, dopo che Gesù lavo i piedi agli apostoli increduli e disse:
“Sapete ciò che vi ho fatto? 13 Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15 Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi“.
Derivante da un’usanza già presente nella Pasqua Ebraica, in cui il capofamiglia lava le mani di famigliari e ospiti seduti a tavola, il rituale della Lavanda dei piedi ha una rilevanza ben più forte, dal momento che Gesù per primo compì questo atto, per far comprendere agli apostoli che la loro vita doveva essere dedicata al servizio del prossimo e della Parola di Dio. Inoltre stabilì come nessuna gerarchia dovesse essere presente tra loro, perché non c’è necessità di primeggiare. Si tratta quindi di un grandissimo esempio di carità e amore cristiano. Prima celebrata in un altro luogo e momento per i soli sacerdoti, viene poi spostata da Papa Pio XII (intorno agli anni 40′) all’interno della messa della Cena del Signore, da allora a 12 fedeli maschi (come gli apostoli) viene offerta la lavanda.
L’altro momento saliente del Giovedì Santo è la Messa della Cena del Signore o Messa in Cena Domini, in cui la celebrazione si concentra con le sue letture sul significato della Pasqua e sul Sacrificio che il Signore ha compiuto per gli uomini. La prima lettura è quella in cui il Signore chiese agli Ebrei d’Egitto di sacrificare l’agnello e usarne il sangue per marchiare le porte, gesto che avrebbe portato i fedeli ad essere risparmiati dalla giustizia divina. La seconda lettura è la lettera di San Paolo ai Corinzi, in cui viene raccontata la prima cerimonia dell’Eucarestia, che Gesù insegnò ai suoi discepoli. La terza lettura ci narra la Lavanda dei piedi, con il sacerdote che riproduce il rituale subito dopo l’omelia. Segue poi il cerimoniale eucaristico e infine la Comunione, con le ultime ostie consacrate prima del giorno di Pasqua.