Il 9 marzo di ogni anno ricorre la commemorazione liturgica di Santa Francesca Romana, patrona di Roma, Spinea (Ve) e protettrice di autisti e automobilisti.
Nacque a Roma nel 1348 da una famiglia nobile. Ancora fanciullina, all’età di 11 anni, manifestò il desiderio di consacrarsi a Dio, ma ebbe un rifiuto dai genitori che la vollero maritare con Lorenzo Ponzani, nobile romani.
Quando divenne madre, mise ogni cura per educare nell’innocenza e nel timore di Dio i suoi figliuoli e per essi chiese al Signore che la loro vita fosse tale da meritare un bel posto in cielo.
Il 15 agosto 1425 Si offrì come oblata della Vergine nella basilica di Santa Maria Nova al Foro. Per otto anni le Oblate continuarono a vivere nelle proprie famiglie, sino al marzo del 1433, quando, acquistata una casa nel rione Campitelli dalla famiglia Clarelli suoi parenti, ai piedi del Campidoglio, cominciarono a condurvi vita comune. A causa dello scisma, suo marito fu confinato e spogliato d’ogni bene e il suo primogenito ritenuto in ostaggio.
Poco tempo dopo potè rivedere liberi il marito e il figlio, ma il marito morì di lì a breve. Libera dai legami coniugali, si ritirò nel monastero.
Morì l’anno 1440 e fu subito onorata con culto pubblico, benché fu canonizzata solo nel 1608.
Alla Santa Francesca Romana sono stati attribuiti in vita moltissimi miracoli, come aver risanato moribondi, fatto parlare una muta e resuscitato un bambino e un uomo annegato nel Tevere; inoltre pare che realizzò un unguento portentoso che tuttora viene manipolato nello stesso recipiente da lei usato, custodito come reliquia nel monastero di Tor de’ Specchi.
Si narra che passasse ore e ore in preghiera cadendo in estasi e che possedesse il dono della dislocazione. Doveva trattarsi quindi di una vera mistica e, per tale motivo, satana inferocito la prese di mira. Nell’antico refettorio del suo monastero, un pittore anonimo, nel 1485, ha raffigurato lo sconcertante rapporto della Santa con il demonio.
Nella biografia di Francesca, scritta in romanesco dal suo confessore Giovanni Mattiotti, il parroco di Santa Maria in Trastevere, si dice che il diavolo le apparve per ben quaranta volte, torturandola con sempre maggiore ferocia. Flotte di demoni dall’aspetto animalesco lo accompagnavano e le lasciavano addosso lividi e orrende ferite. Ma accanto alla santa si materializzò a un certo punto il suo angelo custode e il demonio fu costretto ad arrendersi.
Preghiera di Santa Francesca Romana: O Signore, che fra gli altri tuoi doni decorasti la tua beata serva Francesca con la familiare presenza del suo Angelo, deh, concedi, per la sua intercessione, che meritiamo di raggiungere gli Angeli in Paradiso.