I sei crocifissi miracolosi, esposti contro il Coronavirus

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Poco dopo l’inizio del lockdown, la Chiesa aveva deciso di esporre 6 crocifissi miracolosi, per dimostrare la propria vicinanza ai fedeli, che si apprestavano ad affrontare il difficile momento che ancora oggi stiamo vivendo. Preghiere ovviamente a porte chiuse, davanti a questi simboli esposti da sacerdoti e vescovi in via eccezionale, ed in precedenza “sfoderati” in occasione di altri drammatici momenti, ed invocati per scacciare crisi, guerre ed epidemie.

Nel pisano, a San Miniato, monsignor Andrea Migliavacca ha esposto il miracoloso crocefisso già invocato durante le preghiere per sconfiggere la peste del Seicento. Negli anni tra il 1628 e il 1631, gli abitanti si erano rivolti a lui con speranza per richiedere la fine della peste, e quando questa giunse al termine, fu mantenuto il voto di costruire dove ospitare la croce lignea, perché la città fu risparmiata dall’epidemia.

A Casalmaggiore, in provincia di Piacenza, viene custodito un grande crocifisso, che risale al 1676, donato alla comunità casalese da Padre Francesco da Modena. Tale simbolo divino fu esposto in occasione delle alluvioni del Po, ed in precedenza anche durante le pestilenze, sempre per richiedere l’intercessione e la protezione del Signore. Don Claudio Rubagotti ha deciso di esporre il crocifisso all’interno del Duomo, tra il sagrato e la parte d’ingresso alla Chiesa di Santo Stefano, ricordando che “Anche la Chiesa ha le sue armi”.

Un altro crocifisso miracoloso si trova nella Basilica del Carmine maggiore di Napoli, ed è stato esposto per l’occasione. Il drappo rosso che copre l’antico crocifisso ligneo è stato sollevato, così come avvenne durante il 1656 per invocare la fine della pestilenza, e nel 1688 in seguito alla devastazione portata da un violento terremoto. Anche il primo sabato di quaresima e durante le eruzioni del Vesuvio tale simbolo sacro viene esposto per permetterne la venerazione.

Anche a Como, al Santuario del Santissimo Crocifisso la diocesi ha deciso di esporre la croce miracolosa, punto di riferimento per la fede della comunità comasca nei tempi di difficoltà. Ci si raccolse in preghiera anche tra gli anni 1940-1945, durante la guerra, e protesse la città dai bombardamenti che invece ferirono moltissime città italiane.

Nella Chiesa Madre di Minervino Murge (Barletta-Adria-Trani), rigorosamente a porte chiuse, il parroco prega davanti al Santissimo Crocifisso Nero. Dinnanzi a tale simbolo sacro è stata chiesta diverse volte l’intercessione, durante momenti difficili e particolari, ottenendo miracolosi interventi a favore dei cittadini. L’ultimo episodio risale al 10 maggio 1901, quando fu portato in processione per far terminare la siccità, ed in seguito soltanto in occasione degli anni giubilari ordinari, nel venerdì santo.

Infine, un altro miracolo crocifisso, pieno di storia è quello della chiesa di San Marcello al Corso, a Roma, già venerato ai tempi del Papa Re. Dal 1519 è oggetto di adorazione, dopo essere rimasto illeso in seguito al grande incendio che colpì la città. Poi, nel 1600, durante l’epidemia di peste, fu portato in solenne processione penitenziale, per invocare la divina clemenza.

Autore: Redazione