I vescovi americani contro la pena di morte

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Abolire a livello federale la pena capitale: un appello sentito quello sottoposto all’amministrazione Trump quanto al presidente eletto Biden dai vescovi statunitensi. Un richiesta per camminare verso un mondo più giusto e senza violenza. Una richiesta giunta in seguito alla sospensione dell’esecuzione di Lisa Montgomery. Sospensione che non è però servita fermare la macchina di giustizia americana, che ha poi eseguito la condanna il 13 gennaio. Dal 1953, la Montgomery è stata la prima donna a dover subire una simile pena. 

Monsignori Paul S. Coakley (presule della Conferenza episcopale statunitense del Comitato per la Giustizia interna e lo Sviluppo umano) e Monsignor Joseph F. Naumann (presule per le attività Pro-Life), arcivescovi di Oklahoma City e Kansas City hanno rinnovato l’appello a fermare le esecuzioni a livello federale, indirizzando una lettera ai membri del Congresso. I due arcivescovi hanno richiesto una moratoria alle esecuzioni federali e la commutazione delle condanne in pene detentive. Nel 2020, il solo governo federale (hanno riportato) ha eseguito più esecuzioni di tutti gli Stati messi assieme.

Un dato sconcertante è quello riguardante l’innocenza di molte persone condannate e giustiziate; ad oggi 170 sono state in seguito dichiarate innocenti. Troppe condanne ingiuste. Lo stesso caso della Montgomery era pieno di ombre a causa di una sua invocata instabilità mentale, derivante da abusi subiti durante l’infanzia.

Gli arcivescovi invitano invece a dedicare risorse verso l’assistenza dei familiari delle vittime, verso cui si fa sempre troppo poco. La giustizia può essere ottenuta senza offendere la sacralità della vita, oggi ancora da ricordare e portare in grande considerazione. Non si deve quindi pensare a una “decisione morbida” nel non giustiziare un criminale, quando a lavorare sulla dignità umana. Una valore troppo spesso accantonato dagli uomini e dalle amministrazioni. Dopo 17 anni di sospensione è stato lo stesso Trump a ripristinare le esecuzioni capitali a livello federale, e a non volerne la sospensione nel periodo di transizione presidenziale, come invece era usanza.

Già in precedenza vari pontefici quali San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e oggi Papa Francesco si sono pronunciati a favore dell’abolizione di una pena anacronistica e barbara, ancora troppo diffusa nel mondo.

Autore: Redazione