Nell’antichità, le reliquie di San Marco evangelista si trovavano in una chiesa costruita al Canopo di Alessandria. Nel 644, gli arabi incendiarono la chiesa ma Agatone e Giovanni di Samanhud, patriarchi di Alessandria, la fecero ricostruire.
Le reliquie, troppe volte minacciate dagli arabi, furono prese da Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, due mercanti veneziani. Nonostante gli arabi fossero sulle loro tracce, l’apparire di una tempesta e l’arenarsi in una secca, i due riuscirono a tornare a Venezia. Era il 31 gennaio 828.
Il doge Giustiniano Partecipazio accolse con grandissima gioia le reliquie, che in via provvisoria fece riporre in una piccola cappella. Per lungo tempo non si fu sicuri di quale fosse questo luogo, ma oggi si ritiene fosse il luogo in cui si trova il tesoro di San Marco. Proprio in onore di San Marco, ordinò di erigere una basilica, e i lavori terminarono nell’832, durante il mandato del suo successore, il fratello Giovanni.
La grandiosa basilica di San Marco è ancora oggi un gioiello di arte sacra, ma la sua storia è abbastanza travagliata. Durante la rivolta popolare contro il doge Candiano, nel 976, fu data alle fiamme, che distrussero anche l’altrettanto famoso Palazzo Ducale. Entrambi questi grandiosi palazzi furono ristrutturati tra il 976 e il 978, grazie al doge Pietro Orseolo I il Santo, che finanziò personalmente l’opera. Nel 1063 fu il doge Domenico I Contarini a volere i lavori per quella che è considerata la “Terza San Marco” (ovvero quella odierna), che il successore doge Domenico Selvo completò con marmi e mosaici.
Dal 1071, San Marco evangelista fu ordinato patrono principale di Venezia; prima di allora fu il posto di San Teodoro. La statua di quest’ultimo intento ad uccidere un drago si trova insieme a quella del Leone alato di San Marco sulle imponenti colonne che si trovano tra il molo e la piazzetta.
Infine, il 25 aprile 1094, si tenne la cerimonia di dedicazione e consacrazione della basilica. La storia racconta che la cerimonia fu preceduta da un triduo di penitenza, digiuno e preghiere, per chiedere il ritrovamento delle reliquie di San Marco, che nessuno sapeva più dove fossero situate. Terminata la messa cerimoniale, il rivestimento di marmo di uno dei pilastri della navata si spaccò, rivelando la cassetta contenente le perdute reliquie. Intanto, la Basilica fu invasa da un gradevole profumo.
Tanto forte è il legame di Venezia con il suo patrono, che questo figura anche nello stemma cittadino tramite il simbolo del leone alato, che stringe il libro con la famosa scritta “Pax tibi Marce evangelista meus”. Il 25 aprile (data della sua morte) è il giorno in cui viene celebrato, San Marco patrono di scrivani, notai, ottici, vetrai, e pittori su vetro.