La Cattedra di San Pietro è una ricorrenza religiosa della Chiesa cattolica, che cade il 22 febbraio. Si tratta di un celebrazione che si concentra sul ricordare ed elaborare la santa missione che Gesù affidò a Pietro dicendogli: “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Matteo 16, 18). Ma perché viene fatta questa scelta? Ce lo spiega utilizzando una parola ben precisa: “Su questa pietra io edificherò la mia Chiesa”. La pietra altro non è che la solida fede dimostrata da Pietro, che per questo viene insignito di questo alto incarico a cui si aggiunge anche “E io a te darò le chiavi del regno dei cieli” (Matteo 16,19). Solo una persona sicura, consapevole e con una fede salda avrebbe potuto meritare l’onore dell’essere pastore della Sua Chiesa.
Parlando di cattedra ci si riferisce al seggio fisso del sommo pontefice e dei vescovi, simbolo stesso del potere e dell’autorità vescovile, che si trova nella chiesa madre della diocesi, che proprio per questo prendo il nome di cattedrale. Quindi, come volontà di Gesù, la Cattedra di San Pietro sta ad indicare la sua posizione autoritaria all’interno del collegio apostolico. Suo è il compito di guidare il gregge dei fedeli e la Chiesa. Anche dopo la risurrezione, Cristo ribadisce questa investitura, e Pietro comincia subito a vestire i suoi panni di guida, dopo l’ascensione: quando a Pentecoste la folla accorre per ascoltarlo davanti al cenacolo, lui parla a nome di tutti, e così farà anche in seguito davanti al Sinedrio.
Come si diceva
il valore e l’importanza della fede
sono al centro di questa ricorrenza. Perché quando Gesù chiede a
tutti gli apostoli “Ma voi chi dite che io sia?” a sottolineare
il fatto che molti potevano ancora covare il dubbio, nonostante
fossero stati partecipi dei suoi miracoli e ne avessero compiuti in
suo nome, è Pietro l’unico a prendere la parola e rispondere.
Quando Gesù chiese agli apostoli il giudizio che le genti avevano su
di lui, tutti furono in grado di rispondere, mentre a questa domanda
più diretta a loro e all’apparenza più semplice, solo
Pietro
ha la necessaria fiducia nel Signore per rispondere. E che cos’è
questa fiducia se non la pura e semplice fede che deve giungere nei
cuori di tutti i fedeli, anche per mezzo dei pastori come Pietro
stesso, e che come il primo degli apostoli dovrebbe portare a
rispondere senza dubbio: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
vivente (Matteo 16,16)”.
Con quelle parole Pietro afferma la
sua fede, e Gesù ammette che questa è stata una vera e propria
rivelazione divina, dicendo: “Beato te Simone, figlio di Giona,
perché non la carne né il sangue te l’ha rivelato” (Matteo
16,17). Beato
lo definisce Gesù, proprio perché il discepolo ne ha accettato più
di tutti gli altri la verità della sua natura divina, che viene
anche sottolineata dal fatto che il Signore pronuncia le parole “a
te darò le chiavi del regno dei cieli”, e non “pregherò mio
padre affinché te ne faccia dono”. Uno e trino è il Signore che
si è fatto carne per l’umanità, e Pietro lo riconosce e lo
comprende, e la sua fede viene premiata rendendolo il Primo pastore
della Chiesa cattolica, che ne getterà le fondamenta, grazie anche
alla forza e solidità che Dio stesso gli infonde con la sua fiducia,
necessarie a sopportare gli anni difficili che lo aspettano. Compito
durante il quale la sua fede non vacillerà più.