L’anno scorso Papa Francesco scriveva nel periodo pasquale, parole di speranza, per aiutare i fedeli a sopportare il difficile periodo tra esplosione del coronavirus nel mondo e conseguente lockdown nel nostro paese. Le sue parole si riferivano alla contemplazione delle Sacra Sindone, che l’arcidiocesi di Torino aveva predisposto per una speciale Ostensione.
Ecco cosa scrisse il santo padre: Questo Volto sfigurato dalle ferite comunica una grande pace. Il suo sguardo non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore, è come se ci dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell’amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto.
A un anno di distanza, in occasione del Sabato Santo, si è deciso di dedicare al Sacro Lino una speciale liturgia, intitolata “Il tuo amore è per sempre”. Oggi con il virus si convive ma si guarda anche con speranza al futuro, grazie soprattutto alle campagne vaccinali in atto.
Proprio per rafforzare tale speranza, nel Sabato Santo si sono ascoltate molte testimonianze di malati e sopravvissuti al coronavirus, ma anche di persone affette da altre malattie, di vittime di violenza o ingiustizia. Il tutto a commento dei segni della Passione di Gesù Cristo.
L’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia si è espresso con parole di incoraggiamento, verso coloro che quotidianamente lottano, oggi più che mai, paragonando le loro sofferenze alla croce portata da Gesù. “Una malattia grave, un problema difficile di famiglia o di lavoro, una realtà pesante e dura da sopportare per te o per chi ti è vicino, la morte di una persona cara. Insieme a questi si è aggiunto nel tempo presente anche la pandemia”. Eppure, ha ricordato l’arcivescovo “Per chi ha fede la croce è anche via di purificazione e di redenzione, come lo è stata per Gesù”.
Cristo ha sofferto come e più di noi, ma Gesù si è affidato al Pare, che sempre gli è rimasto accanto anche quando gli altri non potevano o non volevano. Il Padre lo ha sostenuto fino alla sua risurrezione, un sostegno che fornisce a chiunque si affida a lui, lo prega e gli dona la propria fede. Speranza, fiducia e coraggio, ecco come possiamo e dobbiamo rispondere alle difficoltà, con la consapevolezza che non siamo mai davvero soli.
“La Sindone ci dice proprio questo. Non per niente Papa Francesco ci ha spiegato che, quando contempliamo il volto della Sindone, ci sembra di vedere il volto di un defunto e sembra che ci dica poco, ma in realtà è lui che guarda noi e ci dice che anche lui ha sofferto e che è importante farsi carico di altre persone.”
Accogliendo l’amore sconfinato del Padre, dobbiamo ricordarci quindi di condividere tale amore e assistere chi è in difficoltà, come fece Gesù Cristo nostro Signore donando la propria vita per l’umanità.