Nell’anno della Misericordia Papa Francesco ci esorta a riflettere su una tipologia iconografica dell’arte medievale “La Madonna della Misericordia” che, come la “Genitrice della Chiesa”, custodisce sotto il suo mantello il popolo di Dio, in riferimento all’antifona Sub tuum presidium, la più antica preghiera ritmica devozionale cristiana a Maria, madre di Gesù, usata in tutti i principali riti liturgici cristiani.
Si tratta di un retaggio medievale detto “protezione del mantello” che solo le nobildonne potevano concedere per misericordia ai bisognosi e perseguitati. Questa difesa simbolica consisteva appunto nell’offrire un riparo simbolico sotto il proprio mantello, considerato inviolabile.
Lo sviluppo del culto mariano in generale e della devozione alla Madre della Misericordia si deve soprattutto nell’arte sacra occidentale alla figura e all’opera di san Bernardino dell’ordine cistercense.
L’iconografia dell’Arte sacra subisce un cambiamento alla fine del XVI secolo dopo la peste intercorsa tra il 1347 ed il 1353. Qui, l’umanità intera cerca rifugio sotto il manto protettore della Mater omnium, del 1364, come nel quadro di Bartolo di Freddi, collocato nel museo diocesano di arte sacra di Pienza.
Ritroviamo ancora l’immagine della Madonna della Misericordia, dipinta anche da Domenico Ghirlandaio, nella Cappella Vespucci della chiesa di Ognissanti a Firenze sotto il cui largo mantello, sorretto da due angeli, sono inginocchiati un certo numero di personaggi della famiglia Vespucci: il giovane Amerigo e l’arcivescovo Giovanni de’ Diotisalvi, che veste un sontuoso mantello. La Vergine è ritratta frontalmente, con le braccia distese ed il corpo lievemente chinato, con una fascia alta da far pensare che sia incinta. I suoi piedi poggiano su un gradino bianco su cui si trova l’iscrizione: “Misericordia Domini Plena est terra”.
L’opera più conosciuta per l’immagine della Madonna della Misericordia è il Polittico della Misericordia di Piero della Francesca, datato attorno al 1464 a Sansepolcro, luogo di nascita del pittore. L’11 gennaio 1445 Piero della Francesca ricevette dalla locale Confraternita della Misericordia la commissione di un polittico per l’altare della loro chiesa. Influenzato dalla prospettiva geometrica brunelleschiana e la plasticità di Masaccio, unisce la luce altissima che schiarisce le ombre e impregna i colori di Beato Angelico e Domenico Veneziano.
Il Polittico della Misericordia è composto da 23 tavole con tecnica mista, al centro la Vergine che spalanca il mantello per dare loro riparo e protezione alle persone che la venerano. Attorno a lei si dispongono a semicerchio, quattro uomini a sinistra e quattro donne destra, lasciando aperta al centro l’osservazione. L’esterno del mantello è blu come il colore del cielo, l’interno è verde come il colore della terra. Il registro principale è composto di tre settori raffiguranti i santi Sebastiano e Giovanni Battista, la Madonna della Misericordia e i santi Giovanni Evangelista e Bernardino da Siena; nel secondo registro sono, al centro, la Crocifissione, ai lati San Romualdo, l’Angelo annunciante, l’Annunciata e San Francesco. Sopravvivono anche le fasce dipinte dei pilastri laterali, con le raffigurazioni di sei santi e di due stemmi della Confraternita della Misericordia.
La Vergine nella Madonna della Misericordia, nell’opera di Longaretti del 2005, situata nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, è raffigurata in piedi mentre allarga il suo mantello per accogliervi, al di sotto, i fedeli che le rivolgono lo sguardo implorante.