In Abruzzo c’è un luogo speciale, Sulmona, in provincia dell’Aquila, dove durante la settimana Santa, dal Lunedì Santo alla Domenica di Pasqua, si svolgono importanti eventi folcloristico – religiosi che affascinano non solo gli abitanti della città ma anche i turisti e i pellegrini che vi giungono.
Le confraternite sorte a Sulmona nel medioevo ancora oggi fanno rivivere queste manifestazioni religiose nella Settimana Santa e sono le confraternite di Santa Maria di Loreto e della Santissima Trinità.
Il Triduo Pasquale, i tre giorni di commemorazione della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, ha inizio con il Giovedì Santo, giorno in cui si ricorda la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù dell’Egitto compiuta da Dio, e l’ultima Cena del Signore che Egli tenne con i suoi discepoli prima di essere arrestato e condannato a morte. Nel Vangelo di Giovanni si racconta anche l’avvenimento della lavanda dei piedi, quando il Signore lava i piedi ai suoi discepoli come simbolo di servizio e di amore.
In questo giorno, nella chiesa di S. Maria della Tomba, viene allestita dalla confraternita Lauretana una rappresentazione della Passione e Morte di Gesù e i componenti della quadriglia, incaricata di condurre la statua della Madonna nella corsa, vegliano il Santo Sepolcro.
Il venerdì Santo si celebra la passione del Signore, con l’adorazione della Croce, e nel pomeriggio la confraternita dei Lauretani porta in processione una scultura, rappresentante il corpo del Cristo morto disteso su di una lettiga decorata con tessuti, veli e fiori, e la Madonna, in veste di lutto, per le vie del borgo di Santa Maria della Tomba.
Gli appartenenti alla confraternita della Santissima Trinità, detti i Trinitari, si distinguono in quanto indossano delle tuniche rosse, a differenza dei confratelli di Santa Maria di Loreto, chiamata dei Lauretani, che la domenica di Pasqua indossano camici bianchi e verdi con gli stessi colori degli abiti di cui è vestita la statua della Madonna.
La processione serale del venerdì Santo, che tocca i quattro punti cardinali della città a formare una croce, prevede un coro maschile che intona il Miserere.
Il Sabato Santo è il giorno del grande silenzio del Signore e dell’attesa degli animi al grande evento della Risurrezione.
La sera del sabato i confratelli Lauretani, con una processione, traslano la statua della Madonna vestita in lutto dalla chiesa di Santa Maria della Tomba a quella di San Filippo Neri.
La messa di Pasqua celebra la buona notizia della Risurrezione del Signore Gesù Cristo;
la Madonna però ancora non ne è venuta a conoscenza dell’evento e questo fatto dà origine alla manifestazione della Madonna che scappa in piazza, rito organizzato dai Lauretani.
Le statue del Cristo glorioso e degli Apostoli San Pietro e San Giovanni vengono portate in processione dalla chiesa della Tomba fino in piazza Garibaldi.
Quelle dei due santi si dirigono verso la chiesa di San Filippo Neri, dov’è custodita la statua della Madonna:
San Giovanni “bussa” alla porta di Maria che, ancora sconvolta dal dolore, non apre il portone; è la volta di San Pietro al quale la Madonna continua a non aprire.
Al terzo tentativo di San Giovanni il portone si apre e la statua della Vergine, ancora vestita a lutto, si dirige verso la piazza.
A questo punto comincia la corsa sfrenata della Madre verso il Figlio: il vestito del lutto cade e la statua della Madonna appare vestita di un manto verde speranza ricamato in oro, con una rosa rossa nella mano destra, e durante la corsa colombe bianche si librano in cielo.
Le due statue della Madonna e del Cristo risorto sono così riunite, il pianto e il lutto sono passati e fanno spazio solo alla gioia dell’abbraccio ritrovato e alla gloria della Risurrezione.
Le statue restano esposte nella chiesa di Santa Maria della Tomba fino alla domenica successiva quella di Pasqua, la Domenica in Albis.