Per il Friuli il giorno del 6 gennaio ha un valore altamente simbolico, infatti si celebrano due Messe secondo antichi riti che rimandano all’epoca gloriosa del patriarcato d’Aquileia.
Nella regione del Friuli, più a Nordest nella precisione, i riti epifanici, sacri e profani, ill 6 gennaio offrono numerose occasioni di celebrazione ed incontro all’insegna della tradizione.
A a Cividale e a Gemona del Friuli ogni anno si celebrano due riti particolari, ovvero: la Messa dello Spadone e la Messa del Tallero.
La Messa dello Spadone ha una tradizione centenaria, infatti questo rito religioso viene compiuto da 650 anni e attinge dalla tradizione del patriarcato di Aquileia, una realtà ecclesiale, storica e giuridica tra le più importanti del Medioevo europeo.
Lo Spadone utilizzato per la celebrazione della messa è quello del patriarca patriarca Marquardo von Randeck in diversi momenti della liturgia (ora si usa una copia). A portarla in duomo, insieme all’Evangeliario (un codice del XV secolo utilizzato esclusivamente all’Epifania), è un diacono che porta un elmo piumato, con un dragone e l’effigie di Santa Maria Assunta, titolare del duomo. IL primo saluto del diacono, fatto a inizio messa, che alza la spada per tre volte in aria: lo stesso saluto sarà ripetuto prima e dopo il canto del Vangelo e alla fine della Messa. Fino alla lettura dell’Epistola viene seguito il rito romano; poi il diacono canta l’Epistola e il Vangelo in latino secondo l’antica melodia aquileiese-cividalese come nella tradizione del rito patriarchino.
Differente invece il rito della Messa del Tallero a Gemona del Friuli, che unisce ambito civile e religioso. Di origine medioevale, esso ha assunto il nome attuale nel periodo della dominazione austriaca, quando le monete precedentemente usate furono sostituite dal tallero di Maria Teresa d’Austria.
Si parte da palazzo Boton, sede del Comune, da dove il sindaco, accompagnato dai figuranti in costume (tra i quali un paggio che porta il Tallero), si dirige verso il duomo e bussa al portone, che sarà aperto dal diacono. La messa viene svolta in modo tradizionale fino all’omelia, poi a il sindaco mostra il Tallero all’assemblea e lo mette sul piatto che il diacono porterà all’altare.
Degno di nota il segno della pace, dove il sindaco per primo viene invitato a baciare la Pace (un’opera del cesellatore orafo Lionello da Udine) e quindi il diacono chiama l’assemblea allo scambio della pace per tutti.
Quest’anno si celebrerà la messa e il rito verrà riproposto, purtroppo però non si terrà la Rievocazione storica, quella dove dame, conti, cavalieri, armigeri e popolani partecipano alla sfilata della Messa del tallero, una delle manifestazioni più significative dell’Epifania.