Il Carnevale è una festa molto diffusa in Italia. Caratteristico il suo spirito goliardico e spesso trasgressivo, che ha radici nelle civiltà egiziana, greca e romana. Eppure, com’è noto, la parola Carnevale deriva dall’espressione latina “carnem levare”, ovvero “eliminare la carne”. Tale termine indicava il pasto solenne che si teneva nell’ultimo Martedì (definito appunto “grasso”) di questo periodo festoso, subito precedente al Mercoledì della Ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, sacro tempo di digiuno e astinenza.
Quello che noi conosciamo e festeggiamo è quindi una festa d’epoca cristiana, con una lunga storia precedente, che ha creato numerose simili declinazioni sparse per il mondo.
Nel Carnevale risulta chiara la presenza dei riti dionisiaci, giunti a Roma nel secondo secolo avanti Cristo. L’eco dell’Egitto, viene invece dalle celebrazioni per la dea Iside, in cui erano presenti dei gruppi mascherati. Tali celebrazioni erano diffuse anche nel mondo romano. Sia nei Saturnali che in molti altri eventi romani era presente una componente di forte trasgressione, che ritroviamo anche nell’odierno Carnevale. Un vero e proprio scioglimento degli obblighi del vivere civile e delle gerarchie sociali. Tale festa era un periodo di caos ma anche un momento passato il quale si riassestava il comune modo di vivere… fino al Carnevale successivo. Anche quando il culto dionisiaco fu sciolto dal Senato Romano, la tradizione e la festa sopravvissero.
Un Carnevale meno sfrenato è più gioioso è il Purim, ovvero il Carnevale ebraico. In questa occasione gli ebrei ricordano le vicende raccontate nel libro di Ester: ovvero la storia della salvezza degli Ebrei dallo sterminio progettato da Haman in Persia. Anche durante il Purim ci si maschera, ma come segno del capovolgimento della sorte del popolo ebraico e non per mera goliardia.
Per quanto riguarda il cattolicesimo, l’accettazione del Carnevale non fu affatto semplice, né avvenne in breve tempo. In fondo si tratta di una festività che fa degli eccessi il suo punto cardine. Storicamente ci si riferisce al 1468 come data cardine di questo processo di approvazione. In tale anno era in carica come sommo pontefice Paolo II, di origine veneziana e nobile di famiglia. Paolo II era tanto un amante della cultura quanto della buona cucina, motivi che di certo influirono sulla sua scelta di indire il Carnevale a Roma, in modo autorevole e solenne. Da allora, il Carnevale si è definitivamente mescolato anche con la cultura cristiana, portando le sue maschere, i balli e gli scherzi. Almeno per quel breve periodo in cui, ancora oggi, è tradizione sovvertire (in parte) l’ordine sociale.