Legenda Aurea

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La Legenda Aurea è una raccolta di biografie agiografiche di origine medioevale, scritta in latino da Jacopo da Varazze (o Varagine), che fu frate domenicano e vescovo di Genova. Jacopo si occupò della compilazione della Legenda Aurea all’incirca dal 1260, e la portò avanti fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1298. Si tratta di un’opera che nel corso dei secoli, e ancora oggi, è risultata indispensabile per l’interpretazione della simbologia e dell’iconografia presenti all’interno delle opere religiose di stampo sacro.
Spesso nel riferirsi ad essa si commette l’errore di chiamarla Leggenda Aurea, fatto che ne distorce il significato.

Jacopo da Varezze raccolse circa centocinquanta vite di santi, in un santorale organizzato in base all’anno liturgico, utilizzando come fonte principale i leggendari dei domenicani Giovanni da Mailly e Bartolomeo da Trento. Portò maggiore attenzione ai santi più antichi che rischiavano di essere dimenticati, ma senza tralasciare quelli esistenti nella sua epoca. Scrisse una trentina di capitoli, esclusivamente dedicati alle principali feste liturgiche, cristologiche e mariane, a cui si aggiungono storie legate alla Leggenda della Vera Croce, con cui inframmezzare le vite dei santi. Proprio questa capacità di intrecciare la successione lineare dei santi (con essi che stabiliscono un vero e proprio tempo santorale, marcando il tempo) con il ciclo annuale del tempo liturgico ed il tempo escatologico (con il viaggio dell’umanità verso il Giudizio Universale) fu un denominatore di originalità, che di certo ne garantì il successo.

La Legenda Aurea si attestò come scritto rilevante fin dalla sua stesura, conoscendo una vasta diffusione fino al XVII secolo. A testimonianza della grande diffusione ed influenza culturale, nei secoli fu copiata e riprodotta, tanto che ad oggi sopravvivono circa 1400 codici manoscritti dell’opera. Fu anche tradotta in volgare, per aumentarne la divulgazione, infatti dal Medioevo sono sopravvissute 18 in alto-tedesco, 17 in francese, 10 edizioni italiane, 10 in olandese, 7 in basso tedesco, 4 in inglese e 3 in ceco. Nel complesso, la Legenda Aurea è una delle opere più diffuse dell’epoca (probabilmente inferiore solo alla Bibbia). Un successo che si confermò con la comparsa della stampa, che portò a ben 49 versioni tra il 1470 e il 1500, 28 tra il 1500 e il 1530 e 13 tra il 1531 e il 1560. La sua fama si fermò con l’avvento degli studi storiografici dei padri bollandisti, nel secolo successivo, che screditò l’intero genere del leggendari medioevali.

La Legenda Aurea fu un utile riferimento per la redazione del Cursor Mundi (poema epico scritto intorno al 1300), ed ispirò numerosi grandi artisti come Piero della Francesca per la Storia della Vera Croce nella Basilica di San Francesco ad Arezzo e Giotto per la realizzazione della Cappella degli Scrovegni a Padova. Un testo della Legenda Aurea stabilito da Graesse (Lipsia 1846) fu utilizzato in tempi più recenti, finché non si è passato all’odierna edizione di riferimento, pubblicata nel 1998 (e riedita nel 2007 con traduzione italiana), a cura di Giovanni Paolo Maggioni.

Autore: Redazione