Siamo ormai alla vigili della firma di Francesco sulla sua Enciclica “Fratelli tutti”, dal sottotitolo “Sulla fraternità e l’amicizia sociale”, che si terrà ad Assisi nella Basilica Francescana, dopo la Messa celebrata dallo stesso Papa. Le vigenti norme sanitarie impediranno un normale svolgimento della funzione, che sarà eseguita senza la presenza dei fedeli, come richiesto da Francesco proprio “a motivo della situazione sanitaria”.
La nuova tappa del magistero del santo padre parte proprio la città che diede i natali a San Francesco, di cui il Papa ha scelto di portare il nome per onorarlo, e che vide come ogni creatura del signore meritasse amore e rispetto, tanto da crearci un canto immortale. La seconda enciclica papale (del 2015) aveva già in sé un tributo al poverello di Assisi, prendendo il nome di “Laudato si’”, mentre questa volta si è scelta proprio la sua città per tenere a battesimo la terza enciclica (la prima fu il “Lumen fidei” del 2013), che tratta proprio dei temi di fraternità e amicizia sociale.
Già dal titolo, “Fratelli tutti”, si può capire quale sarà l’argomento dell’enciclica, poiché lo stesso Papa si presentò al mondo, la sera dell’elezione (13 marzo 2013) pronunciando la parola “fratelli”. Un aspetto che il santo padre ha ricercato in tutti gli anni da allora, prefigurandosi come obiettivo la pace tra i popoli e predicandola in ogni occasione, come quando sottoscrisse la Dichiarazione di Abu Dhabi l’anno scorso, documento sulla “fratellanza umana” nato “dalla fede in Dio che è Padre di tutti e Padre della pace”.
Domani 3 ottobre, nel pomeriggio, Papa Francesco raggiungerà Assisi alle 15:00, celebrerà la Messa nella Basilica inferiore e, al termine di questa, firmerà l’enciclica. Terminata la celebrazione, il santo padre farà ritorno in Vaticano. Era dal 20 settembre 2016 che il santo padre non si recava più in visita ad Assisi, e anche se a causa della situazione sanitaria si tratterà di una tappa breve e priva di pubblico, il vescovo della città, Domenico Sorrentino, non nasconde la “commozione e gratitudine” per l’ormai prossimo incontro. Monsignor Sorrentino dichiara che “Mentre il mondo soffre una pandemia che mette tanti popoli in difficoltà, e ci fa sentire fratelli nel dolore, non possiamo non sentire il bisogno di diventare soprattutto fratelli nell’amore”. Definisce il gesto di Papa Francesco un segno di coraggio e forza “per ripartire nel nome della fraternità che tutti ci unisce”, sottolineando l’importanza del riconoscersi “Fratelli tutti”.