L’icona della Madonna di Casaluce

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La Madonna di Casaluce ha una storia particolare e unica, tanto che la sua effige è riconosciuta come patrona di due luoghi. Casaluce e Aversa si condividono l’icona durante l’anno.
L’icona raffigura la vergine col bambin Gesù, ed è dipinta su una piccola tavolozza di tiglio (alta appena 30 cm e larga 22). Nella particolare raffigurazione, la Madonna di Casaluce indica il bambino a chi osserva, mentre Gesù indica a sua volta la madre in atto di benedizione, come a significare che attraverso di Lei si può richiedere ed ottenere qualsiasi grazia.

La storia dell’icona inizia a Gerusalemme, dove la tradizione vuole che sia stata dipinta da San Luca evangelista. Per salvarla dalla distruzione, il viceré Ruggero Sanseverino la portò a Napoli, facendone dono a re Carlo I di Angiò. Insieme all’icona furono condotte anche due Idrie, che si diceva fossero quelle in cui, durante le nozze di Cana, Gesù tramutò l’acqua in vino. Alla morte del re, questo chiese a suo nipote Ludovico di costruire un luogo sacro per custodire tali sacre reliquie.

Ludovico però ebbe vita molto impegnata, entrò nell’ordine francescano e poi divenne vescovo di Tolosa, distinguendosi per le opere e l’impegno evangelico. Intanto, giunto in visita a Napoli, papa Celestino V, poté constatare quanto forte ed in continua espansione fosse la devozione verso l’icona bizantina. Probabilmente anche il santo padre spinse per la costruzione di una chiesa, e perché le reliquie fossero affidate ai monaci celestini, ordine da lui fondato. Le richieste del morente re Carlo, furono infine esaudite da Raimondo del Balzo, barone di Casaluce. Il nobile diede vita al primo e più antico Santuario delle diocesi di Aversa: l’Abbazia di Casaluce. La costruzione fu ottenuta trasformando il castello in monastero e facendo costruire una chiesa.

A causa delle paludi che circondavano la zona di Casaluce, i monaci celestini si trasferivano ogni estate dai monaci di Aversa, dove il clima era più vivibile. Nella transizione portavano con sé anche l’icona della Madonna di Casaluce, che ben presto portò ad una crescita del culto della Vergine Maria anche nella zona di Aversa. Nel 1624, per onorare l’icona, fu costruito un baldacchino d’argento con raffigurati il Padre Eterno, i Santi Pietro e Paolo e Luca evangelista. Il baldacchino serviva a spostare la reliquia quando viaggiava tra le due città.

Nel 1772, la Madonna di Casaluce diveniva patrona della città di Aversa e dell’intera diocesi, grazie all’opera del vescovo della città, che la fece proclamare da papa Clemente XIV. In seguito a tale proclamazione, gli aversani iniziarono a chiedere che l’icona stazionasse nella loro città per almeno due mesi l’anno. Con la soppressione degli ordini monastici del 1807, per editto napoleonico, la sede abbaziale di Casaluce divenne la parrocchia di Santa Maria ad Nives, mentre quella di Aversa divenne la parrocchia dei Santissimi Filippo e Giacomo. In tale occasione, i rispettivi parroci riuscirono a concordare che entrambe le città avrebbero goduto della presenza della sacra icona per sei mesi ciascuna.

Ad Aversa la Madonna di Casaluce viene festeggiata la seconda domenica di settembre, mentre a Casaluce viene celebrata la prima domenica di maggio e il 18 ottobre, in occasione della memoria di San Luca Evangelista. Inoltre, altre due celebrazioni si tengono il 15 giugno e il 15 ottobre in occasione delle due traslazioni dell’icona. Tali occasioni vedono la presenza dell’intera popolazione e delle autorità politiche delle due cittadine.

Autore: Redazione