Madonna della Bruna, Matera 2022.

di Pubblicato in Approfondimenti, News, Ricorrenze Religiose


l culto mariano a Matera è attestato almeno dall’VIII sec. visti i molteplici affreschi con la Madonna e il Bambino esistenti nelle chiese e monasteri rupestri ubicati tra i Sassi e in tutto il territorio circostante.

Il significato “della Bruna” ha diverse derivazioni, in passato lo si faceva desumere dal colore scuro dell’incarnato delle figure affrescate, dovuto, che era invece dovuto ai fumi dei ceri, in seguito al restauro esso è risultato molto più chiaro. Alcuni pensano sia il titolo dalla terra nera, altri dalla parola longobarda brùnja, “corazza”, dunque “difesa”. Di recente è emersa l’ipotesi secondo cui il termine sta per “proveniente da Brno”, città della Moravia. Comunque, quel nome appare nei documenti storici solo agli inizi degli anni venti del Cinquecento, fino ad allora la Madonna era denominata “Santa Maria di Matera”.

L’origine della festa della Bruna risale all’epoca medioevale. Si dice che narra un contadino di ritorno a Matera dopo la sua giornata di lavoro nei campi, diede un passaggio sul suo traino ad una giovane sconosciuta. Arrivati nel luogo dove ora sorge il rione “Piccianello”, la donna incaricò il contadino di consegnare un suo messaggio al vescovo, scese dal traino e scomparve. Nel messaggio era svelata l’identità della giovane, ovvero la Madonna, ed espressa la sua richiesta di restare a Matera. Il vescovo e il clero si recarono subito nel luogo in cui la donna era scesa dal traino e lì trovarono un’immagine della Vergine che venne portata in trionfo fino alla cattedrale.

La sua data nel calendario liturgico venne fissata il 2 giugno quando papa Urbano VI (già arcivescovo di Matera ed Acerenza dal 1365 al 1377) collegò la festa a quella della Visitazione di Maria ad Elisabetta.

Nei primissimi anni del Seicento si iniziò a far uso di polvere pirica per i fuochi d’artificio, prima posizionati sul campanile della cattedrale o nella piazza antistante, e poi, a metà dello stesso secolo, nel cosiddetto castello, cioè una costruzione in legno rivestita con carta dipinta. A fine Seicento, invece, fecero la loro comparsa due elementi caratterizzanti l’attuale svolgimento della festa: il carro trionfale (1690) ed i Cavalieri della Madonna della Bruna (1698).

Dopo due anni di stop causa pandemia finalmente Matera si prepara a festeggiare la sua Santa Patrona. Bruno Caiella, presidente della omonima associazione che organizza l’evento, ha dichiarato: «Abbiamo avviato tutto l’iter autorizzativo per le diverse fasi che contrassegnano il 2 luglio. Il persistere della pandemia da covid 19 non ha consentito di attivarsi per tempo, ma stiamo lavorando per una festa nel rispetto delle attese e della tradizione. Ai cittadini rivolgiamo l’invito a partecipare con fede e senso di responsabilità».
Nel programma del 2 luglio, per i materani il giorno più lungo dell’anno, subirà un cambiamento la processione del mattino, detta dei pastori, che si svolgerà lungo un itinerario che interesserà i quartieri e non i rioni Sassi.

Autore: Redazione