Madonna della Scala, origini e festa

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Madonna della Scala è uno dei titoli con cui viene riconosciuta Maria Vergine Madre di Gesù Cristo. A Massafra (provincia di Taranto), la Madonna della Scala è patrona della città fin dal 1776, e viene festeggiata ogni anno il 20 febbraio.

L’origine della devozione per la Madonna della Scala deriva dal miracolo delle Cerve, antica leggenda tramandata sin dall’antichità. Tra le macerie di una cappelletta crollata si trovava un masso tufaceo. Degli animali al pascolo iniziarono a soffermarsi in continuazione presso tale masso, attirando la curiosità dei pastori. Avvicinandosi, questi videro l’immagine della Vergine affrescata su quella pietra, considerandolo un segno divino. Il luogo divenne fulcro di continui pellegrinaggi, tanto che vi venne costruita una chiesetta in segno di devozione verso la Vergine Maria. Nel tempo, tale chiesa è diventata l’attuale Santuario della Madonna della Scala.

Ogni anno, in onore della patrona a Massafra viene organizzata la festa della Consegna delle Chiavi. Tale evento ha cambiato aspetto nel corso del tempo, perdendo parte del suo fasto, ma rimanendo un appuntamento importante per i fedeli della città.

Durante la mattina della festa, al Santuario viene celebrata la Messa Solenne. Dopo la celebrazione, si parte in processione, durante la quale la statua viene portata a spalla in una zona periferica della città. Nel frattempo, il corteo civico guidato dal sindaco (con fascia tricolore e gonfalone) parte dal municipio. Alle varie autorità civili si unisce lungo la strada il vescovo, ed insieme vanno ad incontrare la processione che porta la statua della Madonna.

Il vescovo parla ai fedeli della protezione divina offerta dalla Madonna della Scala e dei valori cristiani, mentre il sindaco tiene il suo discorso civile. Un vigile urbano appositamente scelto consegna le chiavi alla statua e si forma un unico corteo, che torna a percorrere le vie della città. Per la festa sono organizzati vari eventi, di cui si occupano in parte le autorità civili in parte il parroco di San Lorenzo e il rettore del santuario. La statua resta in esposizione nella collegiata e viene trasferita nelle diverse occasioni anche nella chiesa di San Benedetto. Per il resto del tempo viene custodita nel santuario, dove è possibile venerarla, in particolare ogni sabato e nel mese di maggio.

La pandemia in corso è destinata a mutare i tradizionali festeggiamenti, almeno per questo difficile periodo, ma essa rimane un forte simbolo spirituale e di unità per la comunità locale.

Autore: Redazione