Durante il primo convegno internazionale rivolto ai rettori e operatori dei santuari (circa 600 partecipanti provenienti da tutto il mondo) tenutosi a Roma all’Università Lateranense, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, ha concentrato il discorso sulla missione dei santuari: “aiutare il pellegrino nel ritorno alla vita di tutti i giorni”, perché questi luoghi sacri non devono rimanere “alle periferie della teologia e della pastorale”. Tenendo a sottolineare come anche “papa Francesco è tornato più volte sul tema dei santuari per far capire il valore che hanno nella vita del popolo cristiano”.
L’arcivescovo Fisichella ha ricordato ai partecipanti che “dal santuario si torna alla vita quotidiana: è questo l’orizzonte entro cui l’evangelizzazione ha bisogno di focalizzare la sua attenzione pastorale”. In pratica il vero pellegrinaggio inizia quando un fedele torna a casa, dove affrontando la vita di tutti giorni dovrà fare tesoro di quando acquisito durante l’esperienza e dimostrarsi capace di accoglienza. Perché in fondo “l’evangelizzazione non è una parentesi ma una scelta di vita“.
Per permettere a un fedele di essere ispirato dall’esperienza all’interno del santuario, ci si deve impegnare a rendere le celebrazioni profonde e sentite, in modo da lasciare un seme fecondo. Per riuscirci si deve partire dall’omelia, che ha un ruolo preminente per l’evangelizzazione, ed è fondamentale che per prepararla al meglio i sacerdoti dimostrino una perfetta conoscenza della Parola, senza improvvisarne senso e contenuti, magari peccando di presunzione. L’omelia nei santuari è di fatto più impegnativa “richiede una maggiore preparazione e rappresenta una sfida ancora più grande, da non sottovalutare, perché le parole possono toccare il cuore di chi, nel santuario, è più disponibile all’ascolto”.
I santuari sono e devono essere luoghi di preghiera e conversione, in cui mostrare la testimonianza e il valore della Parola del Signore, per permettere ai fedeli di crescere nell’ascolto e nella catechesi, rivelandosi rifugi sicuri in cui trovare ispirazione ed essere di ispirazione. In conclusione, ha parlato ai confessori, che devono dare significato e importanza alla loro parola che “non deve essere una tra le tante”, perché nel confessare del santuario un pellegrino deve trovare maggior misericordia e comprensione.