Il 24 giugno viene ricordato San Giovanni Battista, asceta di origini ebraiche, nato nel primo secolo Avanti Cristo e morto intorno al 30 Dopo Cristo, che trascorse parte della sua vita in preghiera e penitenza nel deserto. Per la Chiesa cattolica è una ricorrenza molto sentita, perché San Giovanni Battista fu l’uomo che battezzò Gesù, risultando quindi una delle figure più importanti presente nei Vangeli. Anche i mussulmani lo riconoscono con il nome di Yaḥyā, presentandolo nel Corano come uno dei profeti massimi che precedettero Maometto. Se il 24 giugno è il giorno in cui viene ricordata la natività di San Giovanni Battista, il 29 agosto si celebra invece il suo martirio.
Numerose sono le tradizioni per questa ricorrenza, perché la Festa di San Giovanni viene fatta cadere dopo il solstizio d’estate, che anche nella tradizione pagana è notte di prodigi, mentre si crede che il santo faccia riaffiorare le forze mistiche. Per questo spesso le varie tradizioni popolari si intrecciano.
Tra i modi di celebrare questa ricorrenza c’è quella del falò da accendere nella notte di San Giovanni in segno di luce e purificazione. La luce del fuoco scaccia le tenebre e si celebra così la vittoria della luce e del bene sul male. Nel fuoco spesso vengono bruciate erbe purificatrici, ed i giovani saltano il falò per ottenere fortuna. In alcune zone, si sparge in gesto rituale un po’ di cenere del falò nei capelli. La tradizione del falò è stata sostituita in alcuni luoghi dai fuochi d’artificio.
Un’altra mistica tradizione della notte di San Giovanni è la raccolta delle erbe nuove, spesso radunate in gruppo di sette o nove (entrambi numeri carichi di simbolismo religioso). L’iperico (conosciuto anche come erba di San Giovanni) è sempre presente in questi mazzetti, e viene anche comunemente chiamato “scacciadiavoli” per l’idea che scacci il malocchio. Lo scopo di queste erbe è infatti quello di scacciare la sfortuna e portare prosperità. In genere vengono poste sotto il cuscino durante la notte, anche per garantire un sonno pacifico.
Una delle più antiche credenze e tradizioni è legata alla rugiada che copre i prati la notte di San Giovanni. Veniva raccolta con un telo, che poi si strizzava per berne alcune gocce, in grado di purificare lo spirito. Un altro rito legato all’acqua, era quello di mettere a bagno in un catino le erbe di San Giovanni appositamente raccolte, e poi lasciarlo sul davanzale la notte del 23, per attirare la buona fortuna.