Ascolto, discernimento e consultazione sono i tre punti su cui si baserà il nuovo itinerario sinodale promosso da Papa Francesco, che non si limiterà a coinvolgere solo il Vaticano, ma ciascuna Chiesa particolare dei cinque continenti. Questo cammino desiderato da Francesco inizierà ad ottobre, sarà lungo tre anni e si articolerà in tre fasi: diocesana, continentale, universale.
A conclusione del cammino sinodale si terrà ad ottobre 2023 l’assemblea a Roma, dopo che sacerdoti, missionari, consacrati, vescovi e cardinali avranno avuto modo di vivere in prima persona la sinodalità, nei precedenti tre anni. Il fulcro è quello ben sintetizzato dalle parole del papa: “L’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo”.
La volontà è quella di coinvolgere tutte le diverse espressioni della Chiesa, sviluppando “un processo sinodale integrale”, che chiamerà in causa anche “organismi intermedi di sinodalità, cioè i Sinodi delle Chiese orientali cattoliche, i Consigli e le Assemblee delle Chiese sui iuris e le Conferenze episcopali, con le loro espressioni nazionali, regionali e continentali”.
Paolo VI volle questa istituzione per andare incontro al desiderio dei padri conciliari di mantenere viva l’esperienza collegiale del Vaticano II. Grazie a Papa Francesco, per la prima volta tale istituzione inizierà in modalità decentrata.
Questo nuovo cammino che punta ad “unità nella pluralità” sarà inaugurato il 9 e il 10 ottobre. La prima delle tre fasi , quella diocesana, avrà come base uno schema fatto di un momento di incontro/riflessione, preghiera e celebrazione eucaristica. Le Chiese particolari consulteranno il “popolo di Dio, affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati”. Un responsabile diocesano sarà nominato da ogni vescovo, il cui ruolo sarà quello di essere punto di riferimento e collegamento con la Conferenza episcopale. Il culmine del discernimento diocesano sarà la Riunione pre-sinodale, con i contributi di ogni diocesi.
I vescovi in assemblea daranno quindi il via alla fase di “ascolto“, sintetizzando i vari contributi e elaborando “ciò che lo Spirito ha suscitato nelle Chiese loro affidate”. Così, prima di aprile 2022, tale sintesi giungerà alla Segreteria del Sinodo, assieme ai contributi delle varie Chiese particolari. A questo punto, la Segreteria del Sinodo redigerà il primo Instrumentum Laboris, grazie ai contributi inviati. Tale documento sarà pubblicato a settembre 2022, e inviato anche alle Chiese particolari, per fungere da traccia di lavoro per i partecipanti all’assemblea in Vaticano.
Avrà quindi inizio la fase “continentale” del cammino sinodale, il cui scopo è il dialogo e la consultazione, sul testo Instrumentum Laboris. Questa fase continuerà fino a marzo 2023, mese entro cui perverranno alla Segreteria del Sinodo i documenti finali, stilati dai referenti degli episcopati, appositamente nominati, che elaboreranno quanto discusso nelle Assemblee continentali.
Da tutto questo cammino, per giugno 2023, verrà infine tratto un secondo Instrumentum Laboris. Infine, il lungo percorso vedrà il suo termine e culmine, nel Sinodo a Roma dell’ottobre 2023, che potrà mettere a frutto tutte le esperienze acquisite durante il cammino sinodale.