Quali dottrine separano ancora Cattolici Romani ed Evangelici Luterani?

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Questioni su cui non esiste ancore unità in una diversità riconciliata:

1/ Il ruolo della chiesa nella giustificazione del peccatore e nella trasmissione della salvezza da Cristo a ciascun credente. Per i cattolici romani la Chiesa, come sposa e alleata di Cristo riceve dallo Spirito il dono di poter cooperare efficacemente con Cristo Salvatore, anche se in modo non determinante, né esclusivo di altri canali di salvezza (il Regno di Dio è più esteso della Chiesa!).

Per i luterani, come per tutti i protestanti, la chiesa, come il singolo credente, riceve la salvezza in modo totalmente passivo. Infatti solo Cristo è efficace nella comunicazione della salvezza e solo mediante la Sua Parola e il Suo Spirito! Da qui la dottrina di Lutero della predestinazione dei buoni e dei cattivi nel ricevere o meno la grazia della giustificazione e della santificazione .

Difatti dopo la morte dei fondatori la dottrina della totale passività del credente e della relativa predestinazione al paradiso o all’inferno è stata superata da quella del sinergismo o della cooperazione tra l’opera di santificazione dello Spirito Santo e la libera accettazione di essa mediante buone opere da parte del credente. Tale dottrina, oggi dominante tra tutte le chiese protestanti, specie quelle pentecostali, si è affermata per i luterani da parte della corrente maggioritaria dei Filippisti (seguaci di Filippo Melantone). Per i riformati (calvinisti) invece da parte della minoranza del sinodo generale di Dordrecht (1618), cioè dei cosiddetti arminiani. Ciò tuttavia non ha cambiato la dottrina della negazione  della intercessione e della partecipazione efficace della chiesa, di Maria e dei santi nella comunicazione della salvezza ad opera di Cristo e dello Spirito.

Da qui deriva anche la negazione di ogni capacità di inter-cessione da parte del singolo credente, della chiesa intera, di Maria e dei santi circa la comunicazione della salvezza! Dobbiamo pregare gli uni per gli altri, ma senza presumere di essere efficaci in nessun modo. Per i protestanti ciò significherebbe condizionare l’opera divina e redentrice di Cristo alle richieste umane!

Da qui la negazione di qualunque partecipazione dei ministri ordinati alla comunicazione efficace della salvezza. Essi sono infatti solo annunciatori della Parola efficace di Cristo e amministratori dei due segni materiali della Parola, il battesimo e la Santa Cena. Questi ultimi vengono chiamati sacramenti, ma solo nel senso di segni fisici della Parola efficace di Salvezza.

2/ Natura del ministero pastorale ordinato. Per i cattolici il  ministro rappresenta in maniera sacramentale ed efficace, Cristo profeta e pastore, garante della unità, fedeltà e apostolicità della chiesa. Per i luterani il ministro è mandato da Cristo per annunciare il Vangelo e amministrare i sacramenti, nonché assicurare l’unità e il governo ordinato della comunità locale. L’ordinazione non è sacramento e il ministro ordinato (diacono, pastore o vescovo) non è rappresentante efficace di Cristo, ma semplice porta-Parola.

Su questi due temi dottrinali il documento comune “Dal conflitto alla comunione” auspica future ricerche e accordi teologici e pastorali, dal momento che ambedue le chiese non hanno mai smesso di proclamare il credo di Nicea-Costantinopoli:

Credo la chiesa una, santa, cattolica (cioè universale) e apostolica(N° 218).

Personalmente ritengo tuttavia che solo un nuovo Concilio Ecumenico, l’8° dopo i sette riconosciuti già da tutte le chiese cristiane, potrebbe decidere di legittimare questa dottrina radicale e non tradizionale della passività del credente e della chiesa nella comunicazione della salvezza. Dottrina che è alla base dei modelli di chiesa di tutte le comunità protestanti, sia riformate (calviniste), che evangeliche (luterane) e anglicane, o di quelle da esse derivate (evangelicali e pentecostali). Dottrina peraltro motivata dalla lodevole intenzione di rispettare la libertà divina, la  gratuità e la spiritualità della redenzione dell’umanità da parte di Gesù Cristo.

Al termine del documento “Dal conflitto alla comunione” le due chiese, cattolica romana ed evangelica luterana, sottoscrivono 5 imperativi ecumenici per muoversi insieme verso una unità sempre più piena in una diversità riconciliata:

1/ Partire sempre dalla prospettiva dell’unità già acquisita in una diversità riconciliata allo scopo di crescere in essa, anche se le differenze restano più visibili e meno facilmente comprensibili.

2/ Lasciarsi continuamente trasformare dall’incontro con l’altro e dal reciproco scambio di doni spirituali

3/ Elaborare sempre insieme passi concreti verso la fraternità e l’unità visibile tra le chiese.

4/ Riscoprire insieme la potenza del Vangelo di Gesù Cristo per il nostro tempo.

5/ Rendere insieme testimonianza della misericordia di Dio nell’Annuncio del Vangelo e nel servizio al mondo.