Oggi, 6 ottobre, la Chiesa Cattolica festeggia san Bruno di Colonia. Bruno nacque a Colonia nel 1030 e dedicò la propria vita alla Chiesa, il suo nome è legato nello specifico alla fondazione dell’ordine dei monaci Certosini.
La vocazione possiamo dire che gli arrivò all’improvviso. Lo stesso san Bruno ha raccontato ed ha lasciato scritto che la decisione di prendere i voti ed indirizzare la sua vita verso il monachesimo sarebbe arrivata durante una passeggiava in un giardino assieme a due amici. Da quel giorno Bruno non pensò ad altro che a prendere i voti e dopo aver vissuto per un breve periodo nell’eremo di Molesme, fu colto dalla volontà di fondare un proprio monastero.
A guidarlo nella scelta fu l’intervento Divino, che si manifestò questa volta attraverso un sogno.
Bruno infatti sognò sette stelle che mostravano la strada da percorrere a sette uomini, cioè a lui e ai sei compagni di viaggio che avevano deciso di seguirlo.
Il percorso delle stelle conduceva chiaramente ad una zona montuosa chiamata Certusia. Esattamente quello sarebbe stato il luogo adatto dove fondare il monastero.
Era l’anno 1085, passò solo qualche mese di vigoroso lavoro e la chiesa completamente costruita in pietra, chiamata Gran Certosa, era già allestita per essere consacrata. Bruno non sapeva ancora che sarebbe restato poco tempo in quel luogo santo di preghiera che ardentemente aveva sognato.
Difatti di li a poco ricevette una chiamata da Roma, dal Papa in persona, l’allora Urbano II, che richiedeva la sua presenza alla corte pontificia.
Di fronte a quella chiamata diretta del Papa non potè rifiutare, lasciò quindi la Gran Certosa alla volta di Roma. Nonostante fosse al fianco di Urbano II sentì costantemente la mancanza di quel monastero solitario in mezzo alle montagne.
La lontananza dalla Gran Certosa non gli impedì di richiamare più volte all’ordine la comunità dei Certosini che aveva fondato e che in mancanza di una guida salda tendevano a perdere a loro originaria unità.
Alla corte del Papa fu mandato anche in altre zone dell’Italia Pontificia, soprattutto al sud. Rifiutò un vescovado, una carica che non sentiva propria, forse per la sua personalità più incline alla contemplazione che al comando.
Si trasferì nel regno di Ruggero d’Altavilla e grazie alla concessione dello stesso Altavilla potè fondare l’eremo di Santa Maria in località Serra di San Bruno, dove morì dodici anni dopo nel 1101. Le sue spoglie sono rimaste a Serra all’interno di una grotta dove si recava abitualmente.