Il prossimo 25 luglio, ricorreranno le celebrazioni dedicate a San Giacomo il Maggiore, chiamato così per differenziarlo dall’Apostolo omonimo (Giacomo di Alfeo).
La tradizione narra che fu uno degli apostoli ad intraprendere una difficile opera di evangelizzazione. Infatti, arrivò fino in Spagna, per diffondere gli insegnamenti di Gesù Cristo.
Una volta tornato in Giudea, il santo fu vittima delle persecuzioni di Re Erode Agrippa I, quest’ultimo, dispotico ed impopolare, cercava di raccogliere consensi uccidendo i cristiani. Il Santo venne ucciso da una ferita all’arma bianca, divenendo il Primo Apostolo Martire.
San Giacomo e i pellegrinaggi
La tradizione cattolica, vede il Santo come figura decisamente importante, in quanto particolarmente presente nella vita terrena di Cristo, dalla trasfigurazione alla resurrezione della figlia di Giàiro alla triste conclusione nell’orto del Getsemani.
Nonostante la presenza a questi importanti avvenimenti, San Giacomo è maggiormente noto come pellegrino. l’iconografia comune ce lo mostra come un uomo avanti con l’età, dotato di un’espressione particolarmente severa e di lunghi capelli, simili a quelli di Gesù Cristo.
Sempre nelle rappresentazioni artistiche possiamo però notare la presenza di due elementi imprescindibili: il libro ed il bastone. Il primo serve a ricordare il suo lavoro di evangelizzazione, mentre il secondo rappresenta lo strumento tipico di un pellegrino, difatti è necessario appoggiarsi ad un sostegno durante le lunghe camminate o difendersi da attacchi di malintenzionati.
Alla rappresentazione iconografica originale si aggiunsero un paio di elementi, tali da fornirgli l’appellativo di “Pellegrino”, il primo è la conchiglia, oggetto che rappresenta la rinascita dell’uomo, infatti è utilizzata anche durante il processo battesimale. L’utilità di questo dono del mare durante il lungo peregrinare è crescente, basti pensare che veniva utilizzato anche per abbeverarsi.
Successivamente, il simbolo della conchiglia assunse un’elevata importanza, tale da diventare simbolo di coloro che hanno completato con fede e forza di volontà il Cammino che porta a Santiago de Compostela.
Una particolare curiosità lega San Giacomo alle conchiglie. Si racconta infatti che durante il trasporto del corpo in Galizia da parte di Attanasio e Teodosio, i discepoli del Santo, passarono a Bouzas (vicino Vigo). In quel momento erano in corso le celebrazioni per le nozze di una coppia, tutti erano felici, fino a quando lo sposo ed il cavallo sprofondarono in acqua.
Mentre i festanti piangevano per la perdita, la figura dello sposo e del cavallo emerse dalle acque, vicino alla barca che stava trasportando le spoglie mortali del Santo. Sia l’uomo che l’animale erano coperti interamente di conchiglie. i due discepoli informarono la folla incredula che l’evento fosse un miracolo e che il corpo nella loro barca era quello di San Giacomo il Maggiore, il quale prima di morire aveva diffuso il verbo proprio in terra spagnola.
Il secondo elemento aggiunto nelle rappresentazioni del 13esimo secolo è il cappello a larghe falde, se vogliamo questo è l’aspetto per eccellenza del pellegrino. Difatti nei tempi antichi, quando non esistevano ancora gli ombrelli (invenzione arrivata in Europa attorno alla fine del 1500), copricapi di questo tipo venivano utilizzati per proteggersi dalle intemperie.
Nel corso dei secoli, gli vennero attribuiti altri elementi tipici del pellegrino, come la bisaccia, strumento imprescindibile per intraprendere lunghi viaggi.