Karol Jòsef Wojtyla nasce a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, in Polonia, il 18 maggio 1920, figlio di Karol Wojtyla e Emilia Kaczorowska.
A nove anni riceve la prima Comunione e a diciotto il sacramento della Cresima.
Karol dice di sè: “pensando alla storia della mia vocazione, devo confidare che essa fu una vocazione adulta. Dopo l’esame di maturità al liceo ginnasio nel 1938 iniziai a studiare filologia polacca all’Università di Cracovia. Ma tali studi furono interrotti dalla seconda guerra mondiale. Dal settembre 1940 cominciai a lavorare prima in una cava di pietra e poi nella fabbrica Solvey. La vocazione sacerdotale maturò in me proprio in quella difficile situazione. Maturò tra le sofferenze della mia nazione, maturò nel lavoro fisico, tra gli operai. Nell’ottobre del 1942 mi presentai al seminario maggiore di Cracovia e vi fui ammesso. Da quel momento, pur continuando a lavorare come operaio nella fabbrica Solvey, divenni uno studente clandestino della facoltà di teologia”. – discorso del 1996 in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio.
Dopo la guerra continua gli studi sia al seminario maggiore di Cracovia, che nel frattempo era stato riaperto, che alla facoltà di teologia. Viene ordinato sacerdote a Cracovia nel 1946.
A Roma nel 1948 consegue il dottorato in teologia con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. Torna in Polonia dove è cappellano degli universitari fino al 1951 e riprende gli studi di filosofia e teologia divenendo professore di teologia morale ed etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella facoltà teologica di Lublino. Nel 1958 riceve l’ordinazione episcopale dall’arcivescovo Baziak e diventa cardinale nel 1967. Partecipa al Concilio Vaticano II dal 1962 al 1965 contribuendo all’elaborazione della costituzione Gaudium et Spes.
Viene eletto Papa il 16 ottobre 1978 e l’inizio solenne del suo pontificato avviene il 22 ottobre.
Con queste parole apre il suo ministero Petrino: “alla sede di Pietro a Roma sale oggi un vescovo che non è romano, un vescovo che è figlio della Polonia, ma da questo momento diventa pure lui romano. Fratelli e sorelle, non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà.
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e con la potestà di Cristo servire l’uomo e l’umanità intera. Non abbiate paura, aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. Alla sua salvatrice potestà, aprite i confini degli stati, i sistemi economici, come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo, solo Lui lo sa.
Vi prego, vi imploro, con umiltà e con fiducia, permettete a Cristo di parlare all’uomo! Solo Lui ha parole di vita. Sì, di vita eterna!”.
Un episodio segna profondamente la sua vita quando il 13 maggio 1981, in piazza S. Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, viene ferito gravemente da un colpo di pistola sferrato da un giovane turco.
All’Angelus, nel 1994, parla del valore della sofferenza in unione al tema della famiglia, una questione a lui molto cara: “nella Trinità si può intravedere il modello originario della famiglia umana, come ho scritto nella lettera alle famiglia il noi divino costituisce il modello eterno di quello specifico noi umano, costituito da un uomo e una donna, che reciprocamente si donano, in una comunione indissolubile e aperta alla vita, e vorrei che sia, attraverso Maria, espressa oggi la mia gratitudine per questo dono della sofferenza. Voglio ringraziare per questo dono, ho capito che è un dono necessario. Ho capito che devo introdurre la Chiesa di Cristo in questo terzo millennio con la preghiera con diverse iniziative ma ho visto che non basta, si doveva introdurla con la sofferenza, con l’attentato 13 anni fa e con un sacrificio nuovo, perché adesso, in questo anno della famiglia, la famiglia è minacciata, la famiglia è aggredita, e dev’essere aggredito il Papa, deve soffrire il Papa, perché veda ogni famiglia, perché veda il mondo che c’è un vangelo direi superiore: il Vangelo della sofferenza! Con cui si deve preparare il futuro, il terzo millennio, di tutte le famiglie. Ringrazio per il dono della sofferenza, capisco che era importante avere questo argomento davanti ai potenti del mondo, di nuovo devo incontrare questi potenti del mondo e devo parlare con quali argomenti?
Mi rimane questo argomento della sofferenza”.
Giovanni Paolo II si è battuto contro ogni genere di guerra, il 25 dicembre 1990 al messaggio di Natale Urbi et Orbi, pronuncia un appello per la pace nel golfo Persico: “mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutto e di violenza. Mai più violenza, mai più guerra. Mai più terrorismo.
In nome di Dio ogni religione porti giustizia e pace, perdono e vita, amore!”.
Ancora il 9 maggio 1993, alla Valle dei Templi in Agrigento: “ Dio ha detto una volta Non uccidere!
Non può un uomo qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Lo dico ai responsabili, convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!”. Il 4 settembre 1994 fa un appello contro tutte le guerre: “Basta con odio, basta con sangue, basta con la guerra!”.
Papa Giovanni Paolo II è stato il Papa dei viaggi: ha visitato centinaia e centinaia di parrocchie nel mondo, anche attraverso i suoi viaggi apostolici. Alle sue udienze generali del mercoledì hanno partecipato più di 17 milioni di pellegrini, e più di 8 milioni al Giubileo dei giovani del 2000.
Milioni sono i fedeli che il Papa ha incontrato nel corso delle sue visite pastorali in Italia e nel mondo. Tra i documenti principali da lui scritti ricordiamo 14 encicliche, 15 esortazioni apostoliche, 11 costituzioni e 45 lettere apostoliche e 5 libri. Durante il suo ministero il Papa ha proclamato Beate migliaia di persone (1338) e centinaia di Santi (482).
Giovanni Paolo II muore a Città del Vaticano il 2 aprile 2005. Il suo corpo giace sepolto nelle Grotte Vaticane. Le parole “Totus Tuus ego sum, Maria” racchiudono tutto l’affidamento del Papa a Maria, Madre di Misericordia e di Speranza.
Giovanni Paolo II viene riconosciuto Beato da Papa Benedetto XVI il 1 maggio 2011. Il suo processo di beatificazione è il più corto della storia della Chiesa. Papa Francesco, il 27 aprile 2014, lo proclama Santo.
Questo il testamento che San Giovanni Paolo II lascia ai giovani:
“Ecco, cari giovani, è difficile credere in un mondo così, sì è difficile, non è il caso di nasconderlo, è difficile ma con l’aiuto della grazia è possibile. E’ Gesù che cercate quando sognate di felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae, è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore, le decisioni più vere, che altri vorrebbero soffocare. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento nel suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza, e distruzione, difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Dicendo sì a Cristo voi dite sì ad ogni vostro più nobile ideale. Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e dell’umanità del nuovo secolo e del nuovo millennio. Non abbiate paura di affidarvi a Lui.
Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione”.