San Giuseppe nell’arte.

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In Italia San Giuseppe viene festeggiato due volte l’anno, in particolar modo nella data del 19 marzo, che per tradizione coincide con la festa del Papà dak 1968.

In diversi paesi che seguono la tradizione anglosassone la festa si tiene in realtà la terza domenica di giugno mentre in altre nazioni la data segue le tradizioni locali. Il beato Pio IX 150 anni fa lo proclamò Patrono della Chiesa Universale, ma innumerevoli sono i suoi patronati. Tra le tante categorie ricordiamo in particolare, oltre dei padri, e tutte le categorie dei lavoratori (come artigiani, carpentieri, falegnami, ed ebanisti), gli agonizzanti ma anche economi, esiliati, pionieri, procuratori legali e anche i senzatetto.

Di lui si sa’ che era figlio di Giacobbe e che svolgeva la professione di Tèktòn, termine greco che indica professioni generiche come lavori di falegnameria ma anche economiche e legate all’edilizia,
Il luogo di sepoltura non è stato ancora individuato con certezza, dalle cronache di pellegrini che visitarono la Palestina si trovano indicazioni sul suo sepolcro in diverse zone, a Nazaret e due verso Gerusalemme, nella valle del torrente Cedron.
Ci sono Santi e teologi però che credono nella sua ascensione al tempo della Resurrezione di Cristo, teoria confermata in un sermone anche da Papa Giovanni XXIII, il Papa Buono.
Vi è una ricchissima tradizione iconografica sulla figura di San Giuseppe che attesta questa credenza. Dipinti che raffigurano la sua Assunzione in Cielo e la sua Liberazione dal limbo. Gian Battista Tiepolo nel soffitto della Chiesa degli Scalzi di Venezia lo raffigura persino in una Traslazione della Santa Chiesa.

Al Pittore Lorenzo Lotto (1480-1557) è stato attribuito un olio su tela che lo raffigura, il Compianto sul Cristo Morto, conservato a Bergamo nella sacrestia dell’Antica Basilica di Sant’Alessandro in Colonna.

Altro artista che si è cimentato con la raffigurazione di San Giuseppe è Giotto. Splendido il volto e la posa di quello che ha affrescato nell’Adorazione dei Magi.

Nel quadro del Caravaggio, “Riposo dalla fuga d’Egitto”, San Giuseppe viene rappresentato mentre guarda ammirato l’angelo che gli sta davanti, gli sorregge lo spartito. Maria invece culla il Bambino in secondo piano, a rubargli la scena ci sono così San Giuseppe con l’angelo che suona il violino con un’aria pensierosa.

Come non ricordare La Natività di Sandro Botticelli, facente parte della collezione dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Un’opera di assoluta delicatezza nella quale San Giuseppe rivolge uno sguardo a Gesù pieno di dolcezza mentre paternamente lo sistema a terra.

Autore: Redazione