Come ogni anno, il 1° marzo si festeggia a Vibo Valentia la festa di San Leoluca, patrono della città. Capoluogo dell’omonima provincia calabrese, Vibo Valentia è una città che affonda le sue radici nella storia più antica, e sorge adagiata sul pendio di un colle, posizione che in passato rivestiva una grande importanza strategica. A livello architettonico sono numerosissime le chiese che sorgono in città, di certo meritevoli di una visita, tra cui spicca la Chiesa di Santa Maria Maggiore e San Leoluca (il Duomo), che in genere riveste un ruolo centrale nei festeggiamenti per il patrono. Altre chiese interessanti da visitare sono Santa Maria degli angeli, che risale al 1600, la Chiesa del Rosario, in stile gotico e costruita nel 1337, o il Santuario della Madonna della Salute, chiamata Chiesa di Santa Ruba prendendo il nome dalla località in cui sorge.
Nato a Corleone, tra l’815 e l’818, con il nome di Leone, visse in una famiglia agiata di possidenti, questo gli permise di avere una solida formazione civile e religiosa. Rimasto orfano ancora giovane si è poi ritrovato a dover gestire il patrimonio di famiglia e la sorveglianza degli armenti di proprietà. Ventiduenne vendette tutti i suoi averi, elargendo il ricavato ai poveri del paese. Seguendo la chiamata del signore, forte dell’ispirazione avuta nella contemplazione della natura, si ritirò nel monastero basiliano di San Filippo d’Agira (nella zona di Enna). Dopo un breve periodo si sposta in Calabria, per continuare la vita eremitica, viaggiando prima fino a Roma per visitare le tombe di Pietro e Paolo, per un voto fatto tempo prima.
Il monastero di Santa Maria di Vena (presso quella che oggi è Vibo Valentia) fu la sua casa, dove condusse vita umile, austera e di obbedienza, sempre dedita a preghiera e digiuno. Divenne a pieno diritto abate, carica che gli permise di aiutare l’intera comunità a crescere. Stimato e amato dalla popolazione locale per le sue opere di preghiera e guarigione, spinse anche per costruire altri conventi, radunando decine di frati attorno a sé. Intorno ai cento anni ha una visione profetica della sua morte, a cui si prepara, pregando e digiunando per un’intera notte. Il giorno seguente, primo marzo 915 muore circondato dai suoi confratelli.
Per oltre due secoli, sarà ancora conosciuto e invocato con il nome di Luca, finché le chiese di Calabria e Sicilia non decidono di unificare il suo nome sacerdotale con quello di battesimo, ed è per questo che oggi viene chiamato San Leoluca.
La festa di San Leoluca si caratterizza per una forte spiritualità e partecipazione cittadina. Oltre alle più tradizionali celebrazioni, che coinvolgono sempre Sante Messe dedicate, una processione e vari momenti di spettacolo e incontro, infatti, durante la giornata si tiene anche la premiazione della Testimonianza; riconoscimento che viene assegnato ad una personalità locale, che si è distinta in un particolare settore (che cambia di anno in anno).