San Macario di Gerusalemme

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Macario fu vescovo di Gerusalemme a partire dal 312 fino a poco prima del 335 secondo Sozomeno ma la sua data di nascita è incerta. La sua morte invece è datata prima del Concilio di Tiro, nel 335, dal momento che al concilio era presente come vescovo quello che sarebbe stato il suo successore, Massimo. Dalla Chiesa viene commemorato come santo il 10 marzo.

In una delle sue arringhe contro l’arianesimo, Atanasio parla di Macario come esempio di “stile semplice e onesto degli uomini apostolici”. Anche Ario, nella sua lettera a Eusebio di Nicomedia, parla di lui esaltando la forza della sua opposizione all’arianesimo.

Nel 325 prese parte al Concilio di Nicea, nel corso del quale sembrerebbe aver preso parte alla stesura del Credo niceno. Fra le dispute del concilio, così come riportate nella Storia del Concilio di Nicea di Gelasio di Cizino, Macario emerge come portavoce per i vescovi che difendono la discesa all’inferno. Il suo nome figura fra i primi vescovi ad aver sottoscritto il Concilio di Nicea.

 Nella sua enciclica ai vescovi di Egitto eLibia, Atanasio cita Macario, già morto da tempo, fra i vescovi più famosi per la loro ortodossia.

Sozomeno racconta che Macario nominò Massimo, vescovo di Lidia, come suo successore ma che la nomina non sortì effetto perché il popolo di Gerusalemme non volle separarsi da Massimo.

Alla fine del Concilio di Nicea Costantino invitò Macario a cercare i siti della Resurrezione e della Passione e la Vera Croce. Quando la grande quantità di pietre depositata sopra il tempio di Venere e sopra il Santo Sepolcro venne rimossa finalmente “la superficie originale del terreno apparve immediatamente, al contrario di ogni aspettativa, il monumento sacro della Resurrezione del nostro Salvatore fu scoperto”.

Appresa la notizia Costantino scrisse a Macario una lunga lettera per ordinare la creazione di una sfarzosa chiesa sul luogo: si dava avvio così alla prima costruzione cristiana della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Successivamente Costantino scrisse un’altra lettera “a Macario e a tutti i vescovi della Palestina” per far innalzare una chiesa anche a Mamre, dove pure c’era un santuario pagano.