Le notizie su questo santo sono poche e confuse. Si conosce però il tempo nel quale visse e cioè in un’epoca di sconvolgimento per tutta la chiesa, sotto le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano.
Questo imperatore richiedeva fedeltà alla religione degli antichi dei e il culto dell’imperatore.
Le prime comunità cristiane, quelle antiche, costituitesi nei primi secoli dopo Cristo, venivano inizialmente considerate con una certa diffidenza dal mondo pagano, poi sempre di più come un pericolo per la società fino alla diffusione di dicerie, accuse e sospetti su di loro.
Lo svilupparsi del cristianesimo nei secoli destò il timore della classe dirigente pagana di una possibile conversione dell’impero. Le vere e proprie persecuzioni iniziarono con l’imperatore Decio verso il 250 d.C. che impose a tutti i cittadini dell’impero romano di compiere pubblicamente atti di culto pagani.
Si trattava di offrire un animale o di bruciare incenso in onore degli dei e per chi si rifiutava, c’era la condanna a morte.
Le persecuzioni divennero via via sempre più feroci sotto l’imperatore Valeriano, che nel 257 ordinò di chiudere le chiese, i cimiteri e ogni luogo di riunione pubblica dei cristiani. Con un editto, poi, condannava a morte i vescovi, i presbiteri e i diaconi. Politici e capi militari cristiani venivano destituiti e subivano la confisca dei beni; chi non rinnegava la propria fede in Cristo veniva condannato a morte. Inoltre, chi ricopriva altri incarichi pubblici veniva condannato all’esilio o ai lavori forzati.
Le persecuzioni furono “sospese” con l’imperatore Galieno, nel 260 circa, il quale stabilì la restituzione dei luoghi di culto e di riunione, quali chiese e cimiteri, ai cristiani e con esso il ristabilirsi della pace. Con l’imperatore Diocleziano il cristianesimo rimaneva lecito ma veniva discriminato. Le leggi erano sempre più dure nei confronti dei seguaci di Cristo.
Dal 297 al 303 ci furono provvedimenti che ordinavano le dimissioni dei soldati e delle guardie che non sacrificavano agli dei, si ordinava la distruzione delle chiese, il rogo delle scritture e la perdita dei diritti civili.
In tutto questo si inseriva il problema dei “lapsi”, dei caduti, o “scivolati”.
Nel contesto delle persecuzioni non tutti ebbero la forza di contrastare i culti pagani e di restare fedeli alla propria fede. Alcuni, infatti, si procuravano documenti falsi che attestavano che avevano sacrificato agli dei; altri cedevano e magari per paura sacrificavano agli dei; altri ancora consegnavano le Sacre Scritture alle autorità romane.
Questo destò scalpore all’interno della chiesa sul fatto di riammetterli tra i fedeli, specialmente in riferimento a coloro che erano morti martiri, testimoni fino in fondo della propria fede cristiana.
Il peccato di apostasia fu il problema dei lapsi. L’apostasia è l’abbandono pubblico della propria religione per seguirne un’altra.
Nel 251 papa Cornelio era favorevole al rientro dei lapsi solo dopo aver fatto penitenza. Proprio in questo contesto si inserisce la vicenda di San Marcello I.
San Marcello è stato papa dal 27/05/308 al 16/01/309, il suo pontificato è attestato da fonti antiche. Vissuto attorno al 300 d.C. viene spesso confuso con San Marcellino. Papa Marcello I viene riconosciuto dalla chiesa per il suo impegno nell’aver voluto ristabilire il valore della penitenza che molto si stava perdendo, sopratutto tra i lapsi. In Africa molti vollero escludere per sempre i lapsi dalla chiesa. Marcello invece li voleva riammettere nella chiesa ma solo a certe condizioni. La presa di posizione di papa Marcello I però, fu causa di dissensi e ostilità da parte di tutti coloro che non tolleravano l’invito a riparare ai propri sbagli attraverso itinerari penitenziali che pretendevano di essere ammessi ai sacramenti senza aver compiuto penitenza.
Il dissenso creatosi portò all’esilio di papa Marcello I. Secondo altre versioni sulla sua vita, in particolare secondo la “passio Marcelli”, egli venne costretto a rinunciare alla sua dignità papale e rifiutandosi fu condannato a lavorare come schiavo in una scuderia, per questo è considerato protettore degli allevatori di cavalli e degli stallieri.
Fu sepolto a Roma. Secondo il Martirologio Romano viene commemorato il 16 gennaio.