San Rocco, nasce in Francia a Montpellier attorno al 1350 da una famiglia di nobili origini, anche se in merito mancano ancora documenti che provino ciò.
A parte queste problematiche, il piccolo Rocco nacque sotto i festeggiamenti di parenti e genitori, quest’ultimi erano difatti molto anziani e non pensavano più di avere un’erede per portare avanti il casato. Il giovane, fu educato seguendo i dettami della Religione Cattolica, e divenne un fervente fedele della Santissima Vergine Maria.
Tale fede viene riportata nell’iconografia che riguarda il Santo, tale da trasformare il giovane in un vero e proprio “servo di Cristo”, seguendo le sofferenze patite da Gesù prima di raggiungere il Padre nell’alto dei cieli, fatto che si può notare dalla croce rosse marchiata sul petto.
Grazie al suo pio comportamento e i suo mirabili gesti, il giovane Rocco ricordava San Francesco d’Assisi, Santo di riferimento per il ragazzo. Durante la sua formazione universitaria a Montpellier, giovani da tutta la Francia venivano a confrontarsi con lui.
Una volta deceduti i suoi genitori, San Rocco donò tutti i sui averi ai poveri e decise di andare in pellegrinaggio a Roma. Arrivò in Italia, durante le varie epidemie di peste che colpirono il paese, ma invece che rifuggere luoghi così rischiosi, si recava appositamente dai malati, per confortarli e soccorrerli.
L’allora ventenne Rocco, nonostante la sua cagionevole situazione, continuava nel suo percorso, seguendo la sua unica vocazione: la carità.
I primi eventi miracolosi
Di primaria importanza furono gli eventi di Acquapendente, infatti si narra che su invito di un angelo, il giovane Rocco benedicendo gli infermi con il segno della croce, essi guarivano, il Santo si sforzò a tal punto da debellare l’epidemia di peste in quelle terre.
Numerose sono le città italiane collegate al pellegrinaggio del Santo, molte di queste però non vengono confermate dalle antiche agiografie. Una volta arrivato a Roma, presumibilmente tra il 1367 ed il 1368, vi rimase per tre anni e anche qui curò varie persone, tra cui un Cardinale, si pensa che possa trattarsi di Anglico Grimoard, fratello di Papa Urbano V. Dopo la sua guarigione, il Cardinale volle presentare al Papa il ragazzo che lo aveva guarito.
Mentre San Rocco era di ritorno da Roma, decise di prestare la sua opera di carità anche a Piacenza, ma questa volta mentre assisteva i malati, venne contagiato, per non far rischiare altre persone si trascinò dolorante presso una grotta (oggi trasformata in luogo di culto) e si isolò dal mondo.
La storia narra che una cane si recava ogni giorno dal Santo, portandogli un pezzo di pane, preso furtivamente dalla mensa del Signore del Luogo nonchè suo padrone. Si presume che l’uomo fosse Gottardo Pallastrelli, che incuriosito dal comportamento del suo cane lo seguì, fino a giungere alla grotta dove il Santo viveva.
Il Pallastrelli si occupò di alimentare e curare il ragazzo e commosso da tale cammino, chiese allo stesso di seguirlo nel cammino di penitenza da lui intrapreso. Il Santo però glielo sconsigliò, nonostante questo diniego l’uomo donò i suoi averi ai poveri e dedicò la sua vita al pellegrinaggio. Secondo alcune scritture si dice che Gottardo sia stato il primo biografo del pellegrino e che ne abbia dipinto il primo ritratto, ancora oggi visibile presso la Chiesa di Sant’Anna a Piacenza.
Ritorno a casa e prigionia
Rocco, ormai uomo prima di tornare presso la terra natia si fermò a Voghera, luoghi funestati dalle guerre, il Santo volle consolare i cittadini. Purtroppo il suo aspetto trasandato e il suo viso afflitto dai resti della pestilenza fece sospettare di lui come spia, nonostante la madre fosse di origini lombarde e lo zio paterno fosse il Governatore, non si fece riconoscere, nemmeno si ribellò di fronte al destino che lo attendeva.
San Rocco, visse il lungo periodo di prigionia tormentato da sé stesso e dalle punizioni a cui si sottoponeva. Solo un sacerdote, si insospettì di questi comportamenti tentando di spiegare che tali azioni non erano effettuare da una spia, ma da un innocente che si lasciava morire.
Rocco morì nella notte tra il 15 ed il 16 agosto all’età di 32 anni. L’annuncio dell’infausto evento portò tristezza in tutta la città, ma la commozione più profonda si vide quando a fianco del corpo del giovane uomo venne trovata un’iscrizione recante queste parole “Chiunque mi invocherà contro la peste sarà liberato da questo flagello”.
L’unica persona che riconobbe il corpo martoriato del Santo, fu l’anziana madre del Governatore, nonna di Rocco, la quale grazie alla croce impressa nelle mani del giovane, identificò il nipote. La cittadinanza intera volle omaggiare la rettitudine del Santo scolpendo sulla salma le sue ultime parole e deponendo la sua tomba all’interno di una Chiesa.
Celebrazioni in onore di San Rocco
San Rocco, invocato sin dal Medioevo è riconosciuto ad oggi come il Patrono contro la peste e tutte le altre malattie contagiose e non (AIDS, leucemia, tumori).
Il Santo è onorato del Patronato in oltre cento Comuni Italiani, qui di seguito vi illustreremo alcune delle più suggestive.
Festa di San Rocco a Motta d’Affermo e Barcellona Pozzo di Gotto
La cittadina messinese celebra il Santo protettore dopo averlo pregato a lungo nel 1575, periodo in cui l’intera isola venne sconvolta da una terribile epidemia di peste. I cittadini notarono che pregando San Rocco, i sintomi della malattia svanivano miracolosamente.
I festeggiamenti che uniscono sacro e profano, terminano il 16 agosto con la Processione di San Rocco alle ore 19 circa, quando il simulacro viene portato in processione lungo le vie della città, grazie ad una vera e propria catena umana. Si tratta di una delle processioni più sentite della Sicilia.
A Barcellona Pozzo di Gotto, le celebrazioni si tengono tra il 13 ed il 19 agosto, la festa dedicata al Santo taumaturgo è collegata con una bellissima processione tra le acque del mare e le vie del borgo.
Festeggiamenti in Basilicata
San Rocco è un Santo particolarmente sentito in questa regione, infatti sono ben 26 i Comuni che ne celebrano la memoria. Le più importanti sono a Tolve, dove il Santo viene festeggiato da numerosi fedeli che giungono nel comune lucano dopo ore di cammino sotto il sole agostano.
Irsina, invece celebra il Santo di origine transalpina con le “Sand’Rocc”, particolari edicole votive in onore del Santo.
Satriano Lucania e Montescaglioso ospitano però le feste più importanti e sentite. Nella prima (raccontata approfonditamente in questo articolo dal nostro Franco) abitanti, devoti e pellegrini da ogni dove, si recano tre volte l’anno (maggio, agosto e dicembre). A Montescaglioso invece, una particolare ed evocativa processione, vede la statua del Santo trasportata da sette cavalli che traineranno il meraviglio Carro trionfale fino alle tarde ore della notte.