Efrem il Siro nacque attorno al 306, nella città di Nisibis, attuale Nusaybin, nella Turchia sud orientale. Fu un importante teologo, scrittore e santo siriano, uno fra i più antichi scrittori di lingua siriaca.
In contrasto con la famiglia d’origine e oppresso dal padre, sacerdote degli idoli, decise di lasciare a soli 15 anni la casa paterna. Si ritirò allora presso il vescovo Giacobbe, divenuto poi santo. Nella nuova dimora, dopo tre anni di insegnamenti, ricevette il Santo Battesimo.
Il Vescovo lo prese sotto la sua ala e quando aprì una scuola di Sacra Scrittura a Nisibi lo spinse a tenere lì una sua cattedra. In quegli anni la città venne più volte assediata dai Persiani ed Efrem diventò un valoroso esponente della resistenza.
Nonostante la sua indole irrequieta seppe dominarsi con lunghe meditazioni. Si appartava contemplando le parole del giudizio di Dio.
Nella sua grande produzione letteraria Efrem a scrisse moltissimi inni, poesie ed omelie in versi oltre che specifici commentari biblici. I commentari appartengono alle opere di teologia pratica, utili per l’edificazione della Chiesa. Le sue parole ed il suo acume letterario molto apprezzato dai più, venne utilizzato nella liturgia come testi di Scrittura ispirata assieme alle Epistole di Papa Clemente I.
Dopo la sua morte molti autori cristiani scrissero centinaia di opere su di lui. Gli scritti di Efrem giunti fino a noi testimoniano una fede cristiana ancora acerba ma palpitante. Il suo stile risulta più vicino al modo di pensare orientale.
L’indiscussa ortodossia cristiana di Efrem mostra il suo stile poetico che lo contraddistingue. Venne definito “la cetra dello Spirito Santo”.
Efrem scrisse anche commentari sull’Antico e il Nuovo Testamento, tuttavia molte sue opere sono andate smarrite, come quelli su Rut, Esdra, Neemia, Ester, i Salmi, i Proverbi, il Cantico dei cantici e Qoelet.
Opere poetiche
Eccetto gli scritti esegetici, le altre sue opere sono omelie ed inni. Le omelie scritte in settenari, sono divisi rispettivamente in due parti di tre e quattro sillabe. In Oriente le Lezioni per i servizi ecclesiastici erano molte volte celebrate dalle omelie di Efrem.
Il culto
Il culto di Efrem è ancora molto sentito fra i cristiani ortodossi di Edessa. Veniva ricordato da ortodossi, monofisiti e nestoriani, che lo chiamavano “sole dei siriani”, “colonna della chiesa”, “arpa dello Spirito Santo”.
Nella chiesa cattolica siriaca e nella chiesa ortodossa siriaca viene venerato come santo. Nel 1920 venne riconosciuto dottore della Chiesa cattolica da papa Benedetto XV nella Enciclica Principi Apostolorum Petro del 5 ottobre.
Nella sua vita ecclesiale si fermò a diacono, ma si prodigò come grande pacificatore durante l’invasione da parte degli Unni e durante la carestia.
Venne esiliato a Edessa in Turchia, dove morì nel 373.