Oggi 4 luglio ricordiamo santa Elisabetta conosciuta anche come Elisheba, “colei che giura per Dio”.
Elisabetta è un personaggio descritto nel Vangelo di Luca, madre di Giovanni il Battista e parente di Maria (Luca 1,36).
Secondo le parole del Vangelo di Luca, Elisabetta era moglie di Zaccaria, nonché membro della classe sacerdotale ebraica e parente di Maria. Anche se il grado esatto di parentela tra Elisabetta e Maria non è specificato nei Vangeli. In seguito nella tradizione cristiana fu definita sua cugina, figlia di Ismeria.
Nelle prime pagine del Vangelo di Luca la descrizione del prologo della nostra cristianità, l’Incarnazione di Dio sulla Terra: “Al tempo di Erode, re della Giudea c’era un sacerdote di nome Zaccaria, la cui moglie era delle figlie di Aronne e si chiamava Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e camminavano in modo irreprensibile in tutti i comandamenti e precetti del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile, e tutti e due erano molto avanti con gli anni “.
All’epoca l’assenza di una discendenza era da considerarsi quasi una vergogna, e l’anziana coppia ne soffriva grandemente.
Zaccaria svolgeva il suo servizio sacerdotale nel Tempio di Gerusalemme. Un giorno, mentre era nel Tempio intento ad offrire l’incenso, comparì innanzi a lui l’Arcangelo Gabriele che gli annunciava l’imminente arrivo del figlio tanto desiderato. “Tua moglie ti darà un figlio, disse l’Arcangelo, al quale metterai nome Giovanni. Egli sarà per te motivo di gioia e di contentezza, e molti gioiranno per la nascita di lui, perché sarà grande nel cospetto del Signore… “.
Da loro nascerà Giovanni il Battista, ” profeta dell’Altissimo “, il più grande testimone di Gesù nel mondo.
Zaccaria dubitava delle parole dell’angelo e così questi lo rese muto fino a quando l’annuncio non si fosse compiuto. Difatti Zaccaria riacquistò l’uso della parola solo alla nascita del figlio al quale, durante il rito della circoncisione, fu imposto il nome indicato dall’angelo.
Al sesto mese di gravidanza Elisabetta ricevette la visita di Maria di Nazareth, una lontana parente. Maria era stata avvisata della gravidanza di Elisabetta durante l’Annunciazione.
Il vangelo di Luca continua: “Entrata in casa di Zaccaria Maria salutò Elisabetta. Ed avvenne che, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno, ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo e ad alta voce esclamò: “Benedetta tu sei tra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno… Te beata, che hai creduto, perché si compiranno le cose dette a te dal Signore”.
Possiamo considerare Elisabetta la prima credente della storia del cristianesimo poiché fu la prima a salutare, e quindi riconoscere, il Redentore non ancora nato. In risposta Maria innalzò l’inno del Magnificat, splendido cantico di ringraziamento alla potenza di Dio. Questo episodio nella dottrina cristiana prende il nome di Visitazione.
Dopo la nascita di Giovanni Battista anche Zaccaria, ripreso l’uso della parola e illuminato dallo Spirito Santo, intonerà il suo inno di gioia e benedizione: “Benedetto sia il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo. Ha suscitato per noi un potente salvatore – nella casa di David suo servo – come aveva annunziato per bocca dei suoi santi e dei suoi profeti, fin dall’inizio dei tempi “.
Elisabetta e Zaccaria non compariranno più nel Vangelo, di loro non si sa altro, ma restano comunque un esempio di un’umanità nuova, di coloro che lodano la misericordia di Dio, benedicono la prescelta fra tutte le donne e gioiscono della natura divina del salvatore Gesù.
Secondo la tradizione Elisabetta e Zaccaria vivevano a Ebron, l’attuale Ain Karem, vicino Gerusalemme. In questi luoghi troviamo oggi una chiesa consacrata a San Giovanni Battista ed un’altra dedicata alla Visitazione.
https://www.vaticano.com/turismo/scheda_1255_chiesa-di-santa-elisabetta.html