Flavia Domitilla era la nipote dell’Imperatore romano Vespasiano. La sua data di nascita è attestata attorno al 60 d.C. nella famiglia degli imperatori Flavi e sorella degli imperatori Tito e Domiziano. La giovane era la figlia di Domitilla minore.
Flavia fu data in sposa al console Tito Flavio Clemente, cugino di sua madre e nipote di Vespasiano. Dal matrimonio nacquero due figli, che fin da piccoli vennero adottati da Domiziano. Da queste informazioni si presume che i due figli abbiano ricevuto una educazione cristiana. Pertanto se fossero arrivati al trono sarebbero stati imperatori cristiani. Tuttavia il loro destino non è ben noto, difatti le loro tracce si perdono con la morte di Flavia.
Il martirio di Domitilla
La fonti della vita di Flavia sono da ricercare nella Storia Ecclesiastica nelle parole di Eusebio Cesarea che racchiude il materiale storico a seconda delle epoche degli imperatori e dove Flavia è descritta (III, 18, 4) scrivendo: «Nell’anno quindicesimo di Domiziano, Flavia Domitilla, nipote, per parte della sorella, di Flavio Clemente, che fu allora uno dei consoli di Roma, con altre persone fu deportata nell’isola di Ponza per avere confessato Cristo».
Ritroviamo altre fonti sulla vita di Flavia all’interno della Storia romana dello storico e senatore romano Dione Cassio. Nelle sue righe si afferma a preposito di Domiziano: «L’imperatore ordinò di togliere la vita a molti ed anche a Flavio Clemente, sebbene fosse suo cugino e avesse in moglie Flavia Domitilla, sua consanguinea. Entrambi vennero accusati di ateismo e di nascondersi dietro le usanze dei Giudei, per questo vennero condannati chi di morte, chi di confisca di beni. Domitilla venne soltanto relegata nell’isola di Pandataria».
Pandataria è l’attuale isola di Ventotene, dove morì martire.