Sant’Agata, la patrona delle puerpere.

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Il 5 febbraio di ogni anno si festeggia Sant’Agata, nata nei primi decenni del III secolo a Catania, dove in quel periodo l’intero immenso Impero Romano era soggetto alle persecuzioni contro i cristiani.
Agata apparteneva ad una ricca e nobile famiglia catanese, il padre Rao e la madre Apolla, proprietari di case e terreni coltivati, sia in città che nei dintorni, essendo cristiani, educarono Agata secondo la loro religione. Quando la ragazza compì 15 anni, sentì che era giunto il momento di consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e durante una cerimonia ufficiale chiamata ‘velatio’, le impose il ‘flammeum’, ovvero il velo rosso portato dalle vergini consacrate.

Divenne patrona delle puerpere e delle donne malate al seno proprio per le torture che ricevette, infatti fu incolpata di vilipendio alla religione pagana e fu sottoposta allo strappo dei seni con grandi tenaglie arroventate; le ferite causate, tuttavia, furono sanate miracolosamente da San Pietro apparsole in visione.

Tutto ciò ispirò la sua iconografia, che la vede rappresentata con i seni su di un vassoio con accanto una tenaglia.

La Santa è particolarmente venerata a Catania, sua città Natale dove sono conservate le sue spoglie e a Gallipoli, di cui è patrona insieme con San Sebastiano e Santa Cristina.

A lei è stata dedicata una sontuosa Cattedrale, dove il giorno della sua festa vengono celebrate messe e cerimonie prevalentemente sacre.

Secondo una antica credenza, nei giorni 4 e 5 febbraio il cambiamento repentino del vento è attribuito allo spirito della santa che lascia Catania per sostare a Gallipoli e, una volta terminati i festeggiamenti in suo onore, rientrare in quella città. Per questo, davanti al fenomeno atmosferico il popolo usava dire: “Sant’Agata de Catania, vene cu sciaroccu e vae co tramuntana”, ovvero Sant’Agata di Catania, viene con lo scirocco e se ne va con la tramontana.

Per avvalorare questa tesi, ovvero l’improvvisa e fulminea trasferta a Catania, c’era chi sosteneva che il pavimento della Cattedrale, soltanto in quei due giorni, si ricopriva di sabbia portata dal vento di scirocco su cui si trovavano impronte di piedi nella direzione di andata e di ritorno: impronte senza dubbio attribuite alla martire Agata.

Autore: Redazione