l 21 gennaio si festeggia Sant’Agnese, l’unica festa che ricorda una Santa ma non è in nessun modo religiosa. Di tradizione Aquilana, è una tradizione legata al pettegolezzo e alla maldicenza.
Chi organizza la festa è l’Associazione Culturale Confraternita dei “Devoti” di Sant’Agnese, con patrocinio del Comune e della Cassa di Risparmio dell’Aquila.
Questa ricorrenza da il via ad un vero e proprio Festival, organizzato con bandi, regole e scadenze. Dura diverse giornate dove vengono presentate creazioni letterarie al pubblico e alle giurie popolare e artistica. Poesie e prosa scritte in dialetto aquilano o in italiano e il tutto deve durare non più di 3 minuti.
Il vincitore riceve poi dalle mani del Sindaco un premio e viene dichiarato “Agnesino”.
E’ una festa che non si organizza solo All’Aquila, ma in tutto il mondo e ha origini molto antiche, anche se non ben definite.
L’ipotesi più accreditata sembrerebbe quella delle “malmaritate”, ovvero le prostitute che nel 1300 si rifugiavano insieme alle donne povere e alle serve della città nel monastero Aquilano di Sant’Agnese. Visto che queste donne prestavano servizio nelle case dei nobili in città venivano a conoscenza di tutti i loro segreti. La loro abilità era mettere in giro maldicenze nella città e Sant’Agnese era considerata la loro protettrice.
Per la Chiesa romana invece Sant’Agnese è protettrice delle ragazze ed è una popolare martire romana. Il nome “Agnese”, traduzione dell’aggettivo greco “pura” o “casta”, è usato simbolicamente come soprannome per esplicare le sue qualità. Visse in un periodo in cui era illecito professare pubblicamente la fede cristiana. Secondo il parere di diversi storici Agnese avrebbe versato il sangue il 21 gennaio di un anno non ben precisato, durante la persecuzione di Valeriano (258-260), secondo altri invece, ciò sarebbe avvenuto durante la persecuzione dioclezianea nel 304.
Questa la preghiera a lei dedicata:
O ammirabile Sant’Agnese,
quale grande esultanza provasti quando alla tenerissima età di tredici anni,
condannata da Aspasio ad essere bruciata viva,
vedesti le fiamme dividersi intorno a te,
lasciarti illesa ed avventarsi invece contro quelli che desideravano la tua morte!
Per la grande gioia spirituale con cui ricevesti il colpo estremo,
esortando tu stessa il carnefice a conficcarti nel petto
la spada che doveva compiere il tuo sacrificio,
ottieni a tutti noi la grazia di sostenere con edificante serenità tutte le persecuzioni
e le croci con cui il Signore volesse provarci
e di crescere sempre più nell’amore a Dio per suggellare con la morte dei giusti
una vita di mortificazione e sacrificio.
Amen.