Sant’Ambrogio (nato Aurelio Ambrogio) è stata un’importante figura per le Chiese cristiane, in particolare quella cattolica. Teologo, vescovo, santo, viene considerato uno dei quattro massimi Dottori della Chiesa d’Occidente, con Sant’Agostino, San Girolamo e San Gregorio I papa. Vescovo di Milano dal 374 fino al giorno della sua morte, di cui poi è stato fatto patrono, viene per questo anche comunemente chiamato Ambrogio da Milano.
Nato
a Treviri (all’epoca Augusta Treverorum), nella Gallia Belga, da
un’illustre famiglia romana convertita da generazioni al
cristianesimo, si dimostrò fin da subito incline agli studi
umanistici, tra cui diritto, retorica e letteratura. Si fece
strada nella vita pubblica, fino a diventare figura di rilievo alla
corte dell’Imperatore Valentiniano I, spiccando in particolare per
gestire in maniera pacifica i contrasti tra cattolici e ariani. Le
contese tra le due fazioni erano aspre e alla morte del vescovo
ariano Aussenzio di Milano la crisi sembrava imminente. Fu allora che
a furor di popolo fu scelto Ambrogio come vescovo, carica che in un
primo momento lui rifiutò, ritenendosi impreparato, non avendo (come
accadeva comunemente all’epoca) ancora ricevuto battesimo, né
tantomeno studiato teologia. L’insistenza della popolazione fu
tale, che alla fine cedette, e il 7 dicembre 374 fu ordinato
vescovo. Ripensando alla sua elezione, anche in punto di morte
scriveva: “Quale resistenza opposi per non essere ordinato! Alla
fine, poiché ero costretto, chiesi almeno che l’ordinazione fosse
ritardata. Ma non valse sollevare eccezioni, prevalse la violenza
fattami.”
Nonostante il brusco inizio, Ambrogio si dedicò da
subito con serietà ai suoi nuovi compiti, gettandosi sullo studio
della bibbia e della teologia.
Sant’Ambrogio
rimase uomo di grande carità cristiana, accogliendo sempre i
bisognosi e prodigandosi per il bene dei suoi cittadini. In relazione
alla vendita di alcuni Vasi Sacri, per riscattare dei prigionieri,
disse “è molto meglio salvare delle anime che dell’oro. Egli
infatti mandò gli apostoli senza oro, e senza oro fondò le Chiese.”
Si adoperò per far costruire diverse basiliche, per creare luoghi di
culto nella sua città, e fu autore di alcuni inni per la preghiera.
Soprattutto fu il fautore e l’ispiratore di numerose riforme nel
culto e nel canto sacro, in maniera tanto profonda, che ancora oggi
in una scuola milanese viene tramandato il suo antico canto. Grande
attenzione pose allo studio di Maria, spingendo per la venerazione
della Madre di Dio, come simbolo e modello per tutti i credenti.
La
grande fede di Sant’Ambrogio fu un esempio per molti, e tra
questi risulta anche Sant’Agostino, prima manicheo, che si convertì
al cristianesimo proprio dopo aver vissuto per qualche tempo a Milano
e averne incontrato l’illuminato vescovo.
Indiscusso
uomo di grande capacità politica, gestì i numerosi contrasti
politico-religiosi nel territorio di sua competenza, scrivendo
trattati di morale e teologia, utili a contrastare gli errori
dottrinali e le eresie del suo tempo. Dopo aver lottato a lungo
contro l’arianesimo, influì sull’imperatore Graziano, il quale
arrivò a dichiarare il cristianesimo religione di Stato nel 380.
Sant’Ambrogio espresse il desiderio di essere sepolto
nella basilica che ancora oggi porta il suo nome, vicino alle spoglie
dei martiri Gervasio e Protasio. Le spoglie giacquero in quel sacro
luogo, fino al 1864, anno in cui, dopo il loro ritrovamento sotto
l’altare, furono poste in un’urna di argento e cristallo, da
allora custodita nella cripta della basilica.