Andrea è stato uno dei dodici discepoli di Gesù insieme al fratello Simon Pietro. Nato a Betsaida di Galilea, fu tra i primi a ricevere la chiamata del Maestro, come leggiamo dalle fonti: “Mentre Gesù camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone chiamato Pietro e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, erano infatti pescatori. E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono”. Mt 4, 18-21.
Ancora attraverso i Vangeli, comprendiamo che Andrea era stato innanzitutto discepolo di Giovanni Battista: “Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli sentendolo parlare cosi, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che tradotto significa Maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù”.Gv 1, 35-42.
Andrea, è il primo degli apostoli chiamato a seguire Gesù e la chiesa bizantina lo ha soprannominato il Protoclito, che significa “primo chiamato”. Ma chi era quest’uomo di cui si parla nei Vangeli? Le tradizioni evangeliche lo presentano in diverse occasioni che permettono di conoscerlo meglio. La prima situazione è in riferimento alla moltiplicazione dei pani in Galilea: “Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?» Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e , dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano”.
La seconda situazione, sempre descritta nei Vangeli, lo vede interagire con Gesù a proposito degli accadimenti futuri in Gerusalemme: “Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta».
Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: «Dì a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?». (…) Dalla pianta del fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre. Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento”. Mc 13, 1 .
Ancora una volta, la città scenario dell’incontro tra Gesù e Andrea è Gerusalemme e, questa volta, l’episodio avviene poco prima della Passione del Signore: “Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsaida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «E’ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.»”. Gv 12, 20-25 .
Attraverso queste parole Gesù profetizza la nascita della Chiesa come frutto della sua Pasqua. Tradizioni molto antiche riconoscono Andrea come l’apostolo dei greci e, proprio una di queste tradizioni, racconta della morte di Andrea a Patrasso, in Acaia, Grecia, avvenuta il 30 novembre del 60 circa dopo Cristo.
Andrea, come il fratello Pietro fu condannato al supplizio della croce e, anche lui come Pietro, chiese di essere crocifisso in modo diverso dal Maestro Gesù.
La “sua” fu una croce a forma di “X”, detta appunto croce decussata o croce di Sant’Andrea. Eusebio di Cesarea ne la Storia ecclesiastica riferisce che Andrea predicò prima in Scozia e poi in Acaia. Proprio la Scozia ha fatto del santo il suo patrono ed ha adottato la croce del suo martirio come emblema della propria bandiera.
Nel IV secolo circa i resti di Sant’Andrea vengono portati a Costantinopoli ma il capo resta a Patrasso. Nel 1206 poi durante l’occupazione di Costantinopoli le reliquie vengono trasferite in Italia, ad Amalfi. Il capo, invece, venne custodito a Patrasso fino a quando nel 1460 la Grecia fu invasa dai Turchi e il capo trasferito a Roma; custodito in San Pietro fino al 1964, successivamente Papa Paolo VI decise di riconsegnarlo a Patrasso, dove giace presso la chiesa a lui dedicata.
Secondo un antico racconto del VI secolo, andando incontro alla croce l’Apostolo avrebbe pronunciato parole di benedizione e di lode nei confronti del Redentore e Maestro Gesù, come ad insegnarci una lezione molto importante: le nostre croci, se ricevute come dono, in quanto parte della croce stessa di Cristo, si trasformano e, anche le nostre sofferenze, unite a quelle del Salvatore, trovano il loro vero senso.