Sant’Antonio di Padova

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Sant’Antonio di Padova fu un religioso e dottore della Chiesa cattolica, venerato come santo. Nato a Lisbona (Portogallo) nel 1195 con il nome di Fernando Martins de Bulhões, intraprese una vita dedicata allo studio, in particolare quello teologico. In portoghese viene chiamato António de Lisboa.

Sant’Antonio entrò nell’ordine francescano. In breve mostrò grandi doti da predicatore e fu anche esempio di grande umiltà. Tanto elevate furono le sue virtù, che appena a nemmeno un anno dalla sua morte (avvenuta il 13 giugno 1231), papa Gregorio IX lo canonizzo come santo. Era il 30 maggio 1232, e ancora oggi il suo culto è uno dei più diffusi del cattolicesimo.

Già a quindici anni decise e riuscì ad entrare nell’ordine dei Canonici regolari della Santa Croce dell’Abbazia di San Vincenzo di Lisbona, dove rimase per un paio d’anni. In cerca di un luogo più lontano da quella che era la sua vita precedente, in modo da poter proseguire i suoi studi e la ricerca del divino in maggior raccoglimento, si fece spostare al monastero di Santa Croce a Coimbra.

Negli otto anni che trascorse al monastero, Sant’Antonio gettò le basi di quella vasta cultura che avrebbe condizionato e cambiato il corso della sua vita. Nel 1220, ispirato dal martirio di un gruppo di francescani, uccisi durante una missione per tentare di convertire mussulmani in Africa, iniziò ad interessarsi al francescanesimo. Entro la fine dell’anno, nonostante le opposizioni dei confratelli, si unì al romito dei francescani.

Nel 1221, Sant’Antonio giunse all’eremo di Montepaolo (vicino a Forlì), dove trascorse un anno in preghiera e penitenza, dedicando se stesso ad una vita semplice di umili lavori. Dopo questa breve pausa, le sue doti di dotto predicatore vennero di nuovo alla luce e i suoi superiori lo invitarono a diventare a tutti gli effetti un evangelizzatore. Fu così che Sant’Antonio iniziò a viaggiare e predicare.

Durante la sua vita, scrisse diversi e importanti sermoni, caratterizzati in genere da una forte spinta verso il rinnovamento spirituale e dalla chiara avversione verso i confronti di ciò che era terreno e materiale. Più volte elogiò il valore della verità, anche qualora essa fosse in “odio agli ascoltatori”, e molte parole spese anche nel contrastare i movimenti eretici del periodo, in particolare quello cataro, che gli valse l’appellativo “martello degli eretici”. Per combattere le eresia fu inviato anche in Francia dove trascorse alcuni anni, mentre la sua fama cresceva.

Al ritorno dalla Francia, a 32 anni, fu nominato nominò ministro provinciale per l’Italia settentrionale dell’Ordine francescano, e Sant’Antonio scelse Padova come residenza fissa, per quando non doveva viaggiare, una città che aveva imparato ad apprezzare già in altre occasioni.

Rimase in città, per il resto del tempo della sua vita terrena tranne poche brevi occasioni che lo spinsero di nuovo in viaggio, per portare a termine i compiti, onere della sua carica. Nel frattempo non cessava di parlare al popolo tramite predicazioni sempre più ispirate, che gli valsero diversi nemici.

Dopo la sua morte, avvenuta quando aveva 36 anni, la salma del santo (le cui reliquie si ritenevano già miracolose) venne trasportata al convento di Santa Maria Mater Domini, a Padova. Le grandi gesta compiute a favore della Chiesa e della fede, oltre alle numerose voci dei miracoli dal lui compiuti, portarono papa Gregorio IX a canonizzare Sant’Antonio, ad appena un anno dalla sua morte. Solo nel 1946, Pio XII innalzò il santo a Dottore della Chiesa cattolica, riconoscendone le doti da studioso, innovatore e divulgatore della fede.
La celebrazione della sua ricorrenza, cade il 13 giugno, e a Padova come in molte altre città vengono eseguiti, a distanza di secoli, riti e cerimonie in suo onore.

Autore: Redazione