I santi Marcellino e Pietro nacquero attorno al 260-280, appartenevano al clero di Roma. Presbitero il primo ed esorcista il secondo sono venerati dalla Chiesa Cattolica romana e da quella ortodossa. Morirono con il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano nel 304.
I due erano molto amati per le loro virtù e per i loro miracoli, viceversa erano odiati dai persecutori del cristianesimo. Pietro venne arrestato e tenuto in dura prigionia, tuttavia anche con le catene continuava a predicare il nome di Gesù. Una notte si ritrovò all’improvviso liberato dalle catene.
Nonostante questo miracolo decise di non fuggire ma si presentò al capo dei carcerieri Artemio. Raccontando ciò che gli era accaduto, che non era opera di uomo, Artemio si convertì a Gesù e con esso la sua famiglia. Tuttavia queste conversioni indispettirono il governatore che li fece imprigionare.
Dalle ricostruzioni della passio descritta da Damaso I, Marcellino e Pietro vennero portati presso la Silva Candida. Sul posto vennero torturati ed i loro corpi straziati. Grazie alla compassione della matrona Lucilla i loro corpi vennero ricomposti e portati presso le catacombe Ad Duas Lauros nei pressi della via Labicana.
Attualmente nel luogo della loro sepoltura sorge una basilica fatta costruire da papa Siricio, il 38 esimo papa della Chiesa Cattolica, chiamata appunto basilica dei santi Marcellino e Pietro, diventata in seguito una sede di titolo cardinalizio.
Le loro reliquie vennero portate in molte chiese europee, prima in Francia poi nell’abbazia di Seligenstadt sul Meno. Una parte del corpo di Marcellino è custodito nella chiesa di San Giovanni Batista a Monteodorisio. Altri frammenti furono portati in Germania. Intorno al 850 per volere di papa Leone IV i resti trovati nella catacomba furono raccolti e trasferiti a Roma.
Nel 1641, come era d’usanza a quel tempo, un frammento del cranio di Marcellino venne donato dal vescovo Alife Pier Paolo de Medici del granducale di Toscana alla Chiesa di Santa Maria Maggiore a Piedimonte Matese, paesino nella provincia di Caserta in Campania. Nel 1643 l’università di Piedimonte Matese lo elesse patrono. Infine papa Urbano VIII nel 1645 lo nominò ” Avvocato e difensore dei piedimontesi presso Dio”.
I due santi duranti i primi secoli di cristianità ebbero molta notorietà, al punto che i loro nomi sono annoverati nelle preghiere eucaristiche del pontificato di papa Vigilio.