Il 26 dicembre di ogni anno la Chiesa Cattolica festeggia Santo Stefano protomartire. Fu scelto di celebrare questa ricorrenza il giorno dopo Natale perché nei giorni successivi alla nascita Gesù, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio.
Santo Stefano infatti è il primo martire della cristianità.
Di lui si ignora la provenienza, forse di origini greche, visto che all’epoca Gerusalemme era un crocevia di molteplici popolazioni, con lingue, costumi e religioni differenti; il nome Stefano in greco significa il“coronato”.
La morte di santo Stefano è le rappresentazione di ogni martirio, infatti ci sono tutti gli elementi ricorrenti ogni volta che qualcuno viene ucciso a causa della fede. Il rancore provocato in colui che non comprende la saggezza del Vangelo, le “scuse” e le false accuse e poi l’aggressione e il perdono degli aggressori da parte dei martiri, oltre alla fiducia di essere accolti tra le braccia di Dio. La vicenda di Stefano rammenta a tutti che credere non è facile e che il Vangelo non è solo un appello a essere buoni, ma un immenso strumento per cambiare il mondo. Ecco perché destabilizza i potenti, che con tutte le forze nei secoli hanno cercato di mettere a tacere la voce di chi porta il messaggio del Cristo risorto.
E’ Santo protettore dei diaconi, dei fornaciai e delle persone col mal di testa.
La preghiera tradizionale che si recita a Santo Stefano:
O martire glorioso S. Stefano, per quell’ammirabile in trepidezza con la quale sosteneste il martirio, e per quella fede e ardore che vi incoraggiarono a implorare misericordia e perdono per i vostri lapidatori, ottenete a noi pure, o S. Stefano, di sostener sempre con santa rassegnazione, le contrarietà della vita e come voi essere pronti a difendere anche col sangue tutte le verità della Fede onde poter giungere un giorno alla Patria Celeste Così sia.