Ai tempi dell’imperatore Diocleziano Augusto (287 d.c.), nacque Domenica, nella città calabrese di Tropea. Manifestando fin da giovane una predisposizione la credo cristiano ed alle sue virtù, Domenica iniziò a rivolgere le sue attenzioni ai più poveri e bisognosi. Nonostante un’angelica bellezza che le faceva giungere interesse e lusinghe da diversi spasimanti, Domenica consacrò la sua verginità a Cisto Gesù, in segno di profonda devozione. Probabilmente fu proprio il rifiuto di sposarsi che la portò ad essere denunciata all’imperatore Diocleziano, che perseguiva i cristiani con instancabile ferocia. Ne faceva confiscare i beni, saccheggiare le abitazioni e profanare e distruggere i luoghi di culto.
L’imperatore amava occuparsi dei processi ai cristiani di nobile origine, di persona, e così fece anche con Domenica ed i suoi genitori. Fu divisa da loro, e umiliata e flagellata dopo il suo rifiuto di venerare idoli pagani, che ottenne solo di farle proclamare con più convinzione la fede in Cristo. Fu consegnata a donne di malaffare, ma ancora non cedette, per questo venne condannata ad essere sbranata dalle fiere. Gli animali però si rifiutarono di eseguire tale ingiusto compito, mostrandosi a lei mansuete. Infine, venne la condanna a morte per spada e all’esterno delle mura di Nola, un colpo del boia le recise il capo conducendola al martirio, che a quel punto la donna quasi bramava, come fuga dalle persecuzioni e mezzo per raggiungere il Cristo.
Santa Domenica è patrona di Scorrano da cinquecento anni, e la fede in lei è stato uno dei punti saldi della vita comunitaria cittadina. Le famiglie si tramandarono la storia della santa, passandola da generazione a generazione, dedicandole preghiere e celebrandone la persona, morta senza rinnegare la sua fede. In dialetto scorranese esiste perfino la te Santa Duminica, una canzone in rima a lei intitolata, che giunge a noi fin da epoche remote. La tradizione popolare relativa a Santa Domenica è molto forte a Scorrano, e permea la storia della città, fatto si consolida ogni anno nella festa patronale tenuta in suo onore.