Storia:
L’attuale Santuario è di recente costruzione (1953), ma la storia che circonda il culto è di origini molto più antiche, gli avvenimenti vengono datati tra la fine dell’ottavo secolo e l’inizio del nono. Una nave proveniente da Oriente, carica di merci, tra le quali spiccava un Simulacro della Vergine, sfuggito alla persecuzione iconoclasta, venne obbligata alla sosta da una violenta tempesta. I marinai furono costretti a scendere, ma la nave non si muoveva, allora gli occupanti dell’imbarcazione decisero di alleggerire il carico, lasciando a terra tra i vari oggetti anche la cassa contenente la Statua della Madonna Bruna, la nave ripartì e continuò il suo viaggio.
Santuario:
Del Santuario antico, costruito attorno al 16esimo secolo resta ben poco, a causa dei saccheggi perpetrati da combattenti provenienti da oriente, come l’ammiraglio Khayr al-Din Barbarossa (conosciuto in Italia come Ariadeno Barbarossa) che nel 1544 distrusse il Santuario parzialmente, lo privò delle campane, ma non della statua della Vergine. Nel 1552 il Vescovo di Patti Monsignor Bartolomeo Sebastiani, ne ordina la ricostruzione, terminata nel 1598 (data riportata anche sulla chiave di volta del portale d’ingresso).
Nel gennaio del 1943 la struttura venne requisita dal Regio Esercito Italiano per trasformarla in ospedale militare. Finito il Secondo Conflitto Mondiale, il Santuario tornò alle cure del clero, ma a causa dell’enorme mole di fedeli, venne ordinata la costruzione di un’altra Chiesa, senza intaccare quella antica.
Nel maggio del 1979, il nuovo Santuario venne inaugurato e consacrato dal Cardinale Salvatore Pappalardo e dal Vescovo di Patti Monsignor Carmelo Ferraro.
La struttura è di tipo basilicale, a croce latina e a navata tripla e il pavimento è in pregiato marmo proveniente dal Monte Billiemi.
L’atrio che consente l’accesso è dotato di bellissime vetrate colorate, recanti le figure allegoriche delle quattro virtù cardinali: Temperanza, Giustizia, Prudenza e Fortezza. Le tre virtù teologali sono raffigurate sui varchi d’accesso.
Dalla navata centrale spicca la tela illustrante Il Trionfo della Madonna ad opera del pittore romano Fausto Conti, che si occupò anche di rappresentare i Misteri del Rosario, l’affresco della cupola e il mosaico dell’arcata d’ingresso recante l’effigie di San Michele Arcangelo.
L’immagine della Madonna del Tindari, è ospitata all’interno di un altare sorretto da quattro sculture bronzee di Angeli.
L’8 settembre viene festeggiata la Vergine con una processione del simulacro.
Fonti Immagini:
Clemensfranz, Kondephy e Effems da commons.wikimedia.org
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