Storia
Il Santuario d San Gennaro alla Solfatara è una delle strutture più importanti della zona. Nonostante sorga sul territorio di Pozzuoli, l’edifico appertiene da tempo immemore al capoluogo partenopeo.
Il Santuario venne costruito al fine di sostituire una precedente Chiesa risalente all’Ottavo Secolo, il tutto fortemente guidato dalla volontà dei cittadini napoletani. La costruzione del nuovo edificio iniziò nel 1574 e si concluse sei anni dopo (1580), il luogo dove il Santuario è posto non è lasciato al caso. Infatti, si racconta che in quel luogo San Gennaro e alcuni suoi compagni vennero decapitati.
Le prime opere di restauro furono effettuate un durante il 18esimo secolo (1701-1708), dopo la conclusione, il Santuario venne riconsacrato dal Vescovo di Pozzuoli, Michele Petirro.
Purtroppo nella notte tra il 21 ed il 22 febbraio 1860, l’edificio subì ingenti danni da un incendio. I lavori di restaurazione iniziarono immediatamente su progetto dell’Architetto Ignazio Rispoli, il completamento fu ritardato fino al 1866, a causa dell’epidemia di colera che aveva afflitto i cittadini di Pozzuoli. Nel 1877 venne invece rinvenuto un passaggio che collegava Chiesa e Monastero, all’interno di quest’ultimo erano presenti dei letti, si pensa fossero per i peccatori.
La Chiesa subì un intervento di abbellimento nel 1926, in quanto venne adornata da svariati dipinti. Nel Febbraio del 1945 l’edificio venne elevato alla dignità di Parrocchia dal Vescovo casoriano Alfonso Castaldo, durante la medesima funzione, la Chiesa venne dedicata anche a Festo e Desiderio Martiri.
Curiosità
La Chiesa ospita al suo interno un busto di San Gennaro (l’autore dell’opera è tutt’ora ignoto), quest’opera è stata protagonista di diversi prodigi. Uno dei più noti riguarda la Peste che afflisse Pozzuoli nel 1656, i cittadini decisero di portare in processione la statua dalla Solfatara all’Anfiteatro Flavio. Appena fuori dalla Chiesa, il busto cominciò a subire l’ingrossamento di una macchia gialla, simile ad un bubbone pestilenziale, procedendo verso l’Anfiteatro, il bubbone si ingrossò talmente tanto che esplose, facendo pensare ai cittadini che lo stesso San Gennaro ha accolto in sé la peste, al fine di liberare la città dall’epidemia.
Struttura
La facciata della struttura è smplice nella forma, adornata da un pronao profondo e due colonne di foggia tuscanica. Le pareti ospitano alcune lapidi dedicate al Cardinale Giacomo Cantelmo e alle varie ristrutturazioni che si sono susseguite lungo i secoli.
Il portale è in pietra vulcanica ed ospita un bassorilievo raffigurante il volto di Cristo. L’interno del Santuario è a navata singola arricchita dalla presenza di Cappelle laterali. Il presbiterio è coperto da una cupola affrescata del Tammaro. La Chiesa ospita svariate opere, le più pregevoli rappresentano il martirio del Santo, con un bassorilievo scolpito dal Vaccaro nel 1695 e con un dipinto di Pietro Gaudioso, risalente al 1678 circa.
Non sono ancora state pubblicate delle testimonianze su questo sanuario.
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