Il cammino della via degli Abati chiamata anche via Francigena di montagna è un antico percorso seguito normalmente dagli abati per andare a Roma. Lungo questo percorso s’incontravano persone che dai possedimenti del Monastero in Val Taro, Val Ceno e Toscana, andavano e tornavano da Bobbio. I pellegrini, irlandesi ecclesiastici e laici spesso nel viaggio a Roma, includevano una sosta all’abbazia per visitare la tomba di San Colombano. I monaci gestivano infatti, dall’862, un ospizio a Piacenza, in Santa Brigida, dedicato in prevalenza ad accogliere proprio i pellegrini irlandesi che si recavano al monastero di Bobbio e alla città di S. Pietro. Il tragitto si divide in due tratti principali per un totale di circa 125 km:
I) Bobbio – Boccolo dei Tassi Bardi, attraversando il territorio di Coli e la Val Nure, utilizzando diversi percorsi possibili per arrivare a Boccolo dei Tassi, sosta per gli abati di Bobbio, che qui potevano fermarsi prima di arrivare a Bardi.
II) Da Bardi – Borgo Val di Taro – Pontremoli, si allaccia alla “via dei Monasteri”, che collegava le fondazioni regie della pianura con quelle di Val di Tolla, Gravago e Pontremoli per poi proseguire verso Roma.
Lungo la strada si trovano dipendenze dei monaci di San Colombano citate nel Codice diplomatico del Monastero di Bobbio. Le tappe del percorso sono: Bobbio, Boccolo dei Tassi, Monastero di Gravago, Borgo Val di Taro, Passo del Borgallo, Pontremoli.
Da Bobbio a Boccolo dei Tassi
Dall’Abbazia di Bobbio si attraversa il Ponte Gobbo, si sale verso Case Gambado, Bellocchi, Santa Cecilia, per giungere a Coli: nei pressi le Grotte di S. Colombano. Dopo i resti del castello dei Magrini e attraversato il Curiasca, si raggiunge l’ex edificio fortificato di Faraneto. Poi si raggiunge Pescina, dove sono stati ritrovati resti di strutture alto-medievali e si sale verso la Sella dei Generali. Si giunge al Fontanone e si scende a Nicelli. Da Nicelli s’intravede Mareto, non lontano da Cogno San Savino. Del castello oggi rimane solo l’area su cui sorgeva, mentre possiamo ammirare la bellissima torre romanica della chiesa.
Superate le località Molino de’ Mortè, Vigonzano e Guglieri si raggiunge Crocelobbia. In caso contrario si può deviare sulla variante per Farini e Canova. Si imbocca poi la mulattiera per Groppazzolo e poi si sale a Groppallo.
Dal paese si va verso Croce e Selva Sotto, in mezzo a due rivi, troviamo la torre medievale di Sant’Antonino. Attraversata la strada provinciale, si sale a Selva Sopra e si prosegue per Bruzzi e il passo di Linguadà, si scende verso Le Chiastre e, superata una curva, si prende a sinistra per Boccolo dei Tassi.
Da Boccolo dei Tassi a Bardi
A Boccolo dei Tassi esisteva, una chiesa con ospitale per accogliere pellegrini, viandanti, malati e poveri. La chiesa era dedicata a S. Pietro. I resti dell’ospizio, recentemente ritrovati, sono situati in sponda sinistra del torrente Dorbora, presso l’antico tracciato Linguadà – Bardi.
Dalla frazione si prosegue in direzione Cerreto, si passa sulla strada provinciale e dopo circa 1 chilometro si prende a sinistra il sentiero per Cogno di Grezzo. Si torna sulla SP77, si attraversa l’abitato di Grezzo per poi raggiungere, dopo circa 3 chilometri, la chiesa romanica di S. Siro. Questa, era già presente nell’898 edificata forse contro l’avanzata degli Ungari.
La sosta a Bardi permette di visitare le chiese di S. Giovanni e dell’Addolorata , che conserva un’importante pala del Parmigianino.
A km. 1 si trova il settecentesco oratorio di S. Maria delle Grazie, a km. 6 la pieve di Casanova (fuori cartografia), con all’interno strutture di X-XII secolo e un’importante “Assunzione” del manierista Malosso.
Da Bardi al crinale
Scesi da Bardi, lungo la vecchia strada comunale e attraversato il Ceno sull’attuale ponte, si risale la sponda orografica destra del torrente Noveglia verso Chiappa. Dopo circa 1 km. si prende il sentiero sterrato a sinistra per giungere a Monastero di Gravago. Interessanti i resti della vicina “Caminata”, rifugio fortificato del capostipite della famiglia Landi, Ubertino, e la chiesa dedicata a S. Michele.
Preso il sentiero che sale verso le Tre Croci e attraversato un gruppo di case si rientra sulla strada asfaltata per raggiungere Brè. Si scende poi verso il torrente Rosta, i cui ruderi dominano la stretta valle chiamata “Battagliola”. Si giunge a Gravago, lasciando a destra il bosco di castagni secolari di S. Anna. Oltrepassato il molino, dopo circa 50 metri, si passa sul sentiero a sinistra giungendo a Osacca. Si trova un oratorio con una cappellina ed una statua lignea di S. Rocco, pellegrino a Santiago di Compostela.
Dal crinale a Borgo Val di Taro
Si prosegue sino a La Maestà e Pradonico, si scende a Rola verso la chiesa di S. Cristoforo, anch’essa di fondazione medievale, si raggiunge poi Monte Cappella, le Spiagge, per arrivare a Borgo Val di Taro.
La parte più antica del capoluogo mostra un tracciato composto da tre lunghe vie parallele, con edifici del ‘500 e del ‘700 che presentano un rilevante interesse storico ed architettonico: Palazzo Bertucci, costruzione a cinque livelli verso il Taro, Palazzo Manara, sede della Biblioteca Manara.
La chiesa parrocchiale di Sant’Antonino conserva un Crocifisso ligneo del Quattrocento, il coro ed importanti arredi. Altri edifici di culto sono San Rocco con la stupenda Via Crucis settecentesca di Gaspare Traversi.
Da Borgo Val di Taro a Pontremoli
Da Borgo Val di Taro una sola pista porta al passo del Borgallo, di seguito lungo la strada si raggiunge il molino dell’Aglio, ultimo mulino ad acqua della zona. Si giunge poi a San Vincenzo: qui, vicino alla chiesa, una maestà in marmo bianco, rappresenta la Vergine con il Bambino e a fianco S. Rocco pellegrino.
Si scende verso il Tarodine attraversando il ponte della provinciale per raggiungere l’abitato di Valdena. Il sentiero sale fino a raggiungere il passo del Borgallo, nell’Ottocento qui sorgevano i resti dell’Ospizio di San Bartolomeo. Sul crinale si incontra il sentiero 00, dopo 200 metri il sentiero svolta a sinistra abbandonando lo 00, fino ad una deviazione a destra che porta alla Fontana Gilente.
Dalla valle del Verde, si arriva ad un gruppo di case e si giunge alla cascatella della Pisciarotta; si guada il torrente omonimo e, poco oltre, si costeggia il Lago Verde.
Attraversato il castagneto appare Cervara. In paese la chiesa, dedicata San Giorgio, rimanda ad origini longobarde. Superato il paese ed il cimitero attraversiamo il torrente Darnia e risaliamo verso Barca, da dove si può osservare la catena dell’Appennino dal Molinatico e le Alpi Apuane, per arrivare infine a Pra’ del Prete. Di fronte si trova la torre del castello. Si termina infine con l’arrivo a Pontremoli dopo circa 5 giorni di cammino.