In occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco, non bisogna dimenticare uno dei pellegrinaggi più famosi nella città Eterna: il Giro delle Sette Chiese.
Un pellegrinaggio a piedi praticato, ufficializzato e ravvivato del XVI secolo da San Filippo Neri, presbitero italiano, d’origine fiorentina che si trasferì a Roma dedicandosi alla propria missione evangelica, in una città traviata e difficile, fino a ricevere il titolo di «secondo apostolo di Roma».
“Buona camminata Padre Filippo!”: così nel XVI secolo le guardie di Porta San Sebastiano si rivolgevano al Sacerdote fiorentino Filippo Neri, che nei giorni del carnevale romano, distoglieva i fedeli dalle “tentazioni” invitandoli in una lunga “passeggiata” che toccava i luoghi di culto più importanti della Città Santa.
San Filippo Neri ed il suo gruppo imboccavano il ponte Sant’Angelo, dopo una breve sosta all’Arcispedale di Santo Spirito in Sassia, andavano dritti a San Pietro, per visitare la tomba dell’Apostolo e puntavano verso l’Esquilino a Santa Maria Maggiore.
La domenica o nei giorni di bel tempo e di festa, Filippo attendeva i suoi fedeli sul sagrato per una scampagnata ed il cammino si faceva più lungo. Le mete nelle loro variazioni diventavano le Tre Fontane, la basilica di San Paolo; e passando per la via Appia, le catacombe di San Sebastiano dove, dopo aver consumato un pasto sul prato, facevano ritorno passando per San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. Filippo Neri e i suoi amici (che diventarono i primi della Congregazione dell’Oratorio) le chiamavano amichevolmente “visite”, non ancora pellegrinaggi, come andare a far visita alla casa ad un amico, la differenza era che le “edifici” visitate erano i luoghi santi alla cristianità di Roma.
Questo cammino nella sua forma originaria consiste in un percorso ad anello di circa 20 km, 16 miglia terrestri, che conducono alle principali chiese di Roma all’epoca in cui visse il santo: San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano, San Lorenzo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme, San Sebastiano fuori le mura.
La lunghezza del tracciato viene solitamente percorso dai pellegrini in due giornate, ma per i più preparati è possibile completarlo anche in una giornata, difatti in origine si impiegava una giornata intera per completare il giro, dai primi Vespri, ai primi del giorno successivo. La Via delle Sette Chiese copre il percorso tra San Paolo fuori le mura e San Sebastiano.
Al momento il Giro delle Sette Chiese si svolge in gruppo in cammino notturno due volte l’anno, a settembre e a maggio, poco prima del 26 maggio festa di San Filippo Neri, guidato da un Padre della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri.
E’ considerato un atto di devozione tipico del Venerdì Santo o del Sabato Santo, che consiste nell’entrare in sette differenti chiese e nel soffermarsi in ciascuna di esse a pregare nei pressi del Cristo morto. Il pellegrinaggio alle sette basiliche giubilari ebbe un tale successo che da poche decine di partecipanti, arrivò in pochi anni, con il crescere della popolarità di Filippo, a coinvolgere centinaia di persone, fino a raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV dal 1560 al 1565, seimila persone. Senza accorgersi, Filippo aveva coinvolto tutta Roma. La visita ai più importanti luoghi di culto dell’Urbe non è tuttavia invenzione di San Filippo Neri. Filippo riprese l’antichissima tradizione medioevale dei pellegrini romei alla tombe di Pietro e Paolo. Tradizione che nel corso dei secoli, soprattutto con il primo grande Giubileo istituito nell’anno 1300 da Bonifacio VIIII (1294-1303) aveva indicato le tappe che il devoto viaggiatore doveva compiere una volta giunto nella Città santa degli apostoli e dei martiri.
Il pellegrinaggio ancora oggi è seguito ed amato da molti pellegrini romani e da fedeli di tutto il mondo che si danno appuntamento a maggio ed a settembre di ogni anno.
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