Il 5 febbraio si celebra Sant’Agata, vergine e martire del III secolo, protettrice dei fonditori di campane e, per il terribile martirio a cui fu sottoposta, delle donne con il tumore al seno.
Agata nacque da una famiglia di nobili catanesi di religione cristiana, intorno al 230 d.C.
Catania era a quel tempo sotto la dominazione romana che perseguitava barbaramente la comunità cristiana costretta a vivere la fede nel silenzio. Nonostante i pericoli e le difficoltà, la giovane Agata decise di consacrarsi a Dio.
Negli anni tra il 250 e il 251 d.C, divenne proconsole della città Quirino, giunto alla sede di Catania con l’intento di far rispettare l’editto dell’imperatore.
La storia narra che il proconsole della città Quirino si infatuò di Agata e tentò in ogni modo di farle rinnegare la sua fede a favore del paganesimo.
La fermezza della giovane fu tale che Quirino decise di processarla e, oltre alla prigionia, Agata fu costretta a subire torture fisiche terribili, tra cui lo strappo delle mammelle che si racconta le ricrebbero prodigiosamente durante la notte grazie all’intervento di San Pietro.
L’incrollabile fede della ragazza la condannò ad essere bruciata su un letto di tizzoni ardenti. Durante questa ultima tortura si racconta di un altro prodigioso evento: mentre il corpo di Agata veniva martoriato dal fuoco, il velo rosso, simbolo della sua consacrazione a Dio, non bruciava.
Il suo corpo venne imbalsamato e avvolto in un velo rosso che, si racconta, fermò più volte la lava che minacciava la città di Catania.
In seguito a questi prodigi miracolosi, Agata fu proclamata santa.
Inizialmente fu seppellita nelle catacombe cristiane della collina di San Domenico, poi il corpo della Santa fu portato nella Chiesa di Santa Maria di Betlemme e successivamente venne trasferito nella Chiesa di Sant’Agata La Vetere.
Nel 1040 le reliquie furono trafugate e portate a Costantinopoli.
Nel 1126 due soldati dell’esercito bizantino le rapirono e le consegnarono al vescovo di Catania Maurizio nel castello di Aci. Il 17 agosto 1126, le reliquie rientrarono definitivamente nella Cattedrale di Sant’Agata, Duomo di Catania dove vengono oggi conservate in parte all’interno del prezioso mezzobusto in argento (parte del cranio, del torace e alcuni organi interni) e in parte dentro lo scrigno, anch’esso d’argento (braccia e mani, femori, gambe e piedi, la mammella e il velo).
Sant’Agata è la patrona di Catania e di molti comuni d’Italia.
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Catania dedica alla Santa una festa considerata da molti una tra le feste patronali più belle al mondo e che ogni anno si svolge dal 3 al 5 febbraio.
Il 3 febbraio i festeggiamenti iniziano con la processione per “l’offerta delle candele”. Una processione che parte dalla Chiesa di Sant’Agata alla Fornace per raggiungere la Cattedrale alla quale partecipano le maggiori autorità religiose, civili e militari.
Sfilano in processione anche due settecentesche “Carrozze del Senato” e undici “candelore“.
Le candelore sono grossi ceri rappresentativi delle corporazioni o dei mestieri e vengono portate a spalla da un numero di portatori che, a seconda del peso del cero, può variare da 4 a 12 uomini.
Il 4 febbraio è il giorno più emozionante, perché segna il primo incontro della città con la Santa Patrona.
Sant’Agata viene portata dai devoti che indossano il tradizionale “sacco” (un camice votivo di tela bianca lungo fino alla caviglia e stretto in vita da un cordoncino), un berretto di velluto nero, guanti bianchi e sventolano un fazzoletto anch’esso bianco stirato a fitte pieghe.
Il mezzo busto con le reliquie di Sant’Agata viene portato fuori dalla “Cameretta” tra le acclamazioni dei fedeli. Dopo la solenne “Messa dell’Aurora” il busto di Sant’Agata viene issato sul “fercolo” e portato in processione per il “giro esterno” della città.
Il fercolo è un tempietto di argento che ricopre una struttura in legno, riccamente lavorato, che trasporta il Busto reliquiario della Santa catanese e lo Scrigno, in argento, entro cui sono custodite tutte le reliquie di Sant’Agata.
Nella mattina del 5 febbraio in cattedrale viene celebrato il pontificale e nel pomeriggio ha inizio la seconda parte della processione che si snoda per le vie del centro di Catania.